LA RIVOLUZIONE DI LC

LA RIVOLUZIONE DI LC UN LIBRO LA RIVOLUZIONE DI LC Al Circolo della Stampa con Colombo e Riotta TRA analisi e Amarcord, gli Anni 70 affollano, in questi tempi di anniversari, le librerie italiane. Ma «I ragazzi che volevano fare la rivoluzione 1968/78: storia di Lotta Continua» di Aldo Cazzullo (Mondadori/Le Scie - presentato venerdì 6 alle 21 al Circolo della Stampa da Furio Colombo, Giovanni De Luna, Gianni Riotta e Alberto Sinigaglia e festeggiato sabato 7 alle 11 alla Libreria Luxemburg in un «Aperitivo con l'autore») è diverso. Diverso perché Cazzullo nel 1968 a malapena sapeva parlare, e nel 1977 entrava alle scuole medie. Si è perso dunque la prima e la seconda «rivoluzione» giovanile, e così il suo libro evita quello sguardo tra il nostalgico e l'arrabbiato, quella passione sofferta tipica di chi il periodo caldo della storia recente italiana l'ha vissuto come protagonista, dall'una o l'altra parte delle barricate. In compenso può vantare uno sguardo equanime, unito a un'attentissima ricostruzione storica e a una grande freschezza e curiosità verso avvenimenti e protagonisti che gettano ancora lunghe ombre sull'oggi. E infatti è costruito come un viaggio avvincente attraverso giornali, volantini, documenti, colloqui con chi quel decennio l'ha «fatto», dal leader di Le Adriano Sofri al suo accusatore Leonardo Marino, dai responsabi¬ li del personale Fiat di allora, Umberto Cuttica e Carlo Callieri, a giornalisti come Lerner e Liguori, a politici come Manconi e Boato. Si parte con il 1968 e si finisce con il delitto Moro, passando per la campagna contro Calabresi, l'occupazione delle case, le lotte operaie e la primavera calda di Miraiiori, la rivolta delle femministe, i viaggi in Ulster, Cile, Portogallo, Cina e il congresso del 1976 a Rimini, che sancisce la fine del movimento. Un libro documentiatissimo, ricco di fatti e testimonianze, innanzitutto, ma non solo. Attraverso le canzoni, i film, i fumetti, le storie d'amore, risalta vivida l'avventura di una generazione che ha creduto che vita e felicità coincidessero con la politica e ha pagato sempre e comunque in prima persona. Insomma, «I ragazzi che volevano fare la rivoluzione», con i loro dubbi, le loro speranze, le loro illusioni finite a volte tragicamente, parlano, attraverso questo libro, ai ragazzi cresciuti nel decennio dei piumini Moncler e del campionato di calcio più bello del mondo: e chissà che l'incontro tra due punti di vista tanto lontani non diventi occasione di comprensione, passaggio di testimone, perché errori e conquiste del passato non siano stati invano. Raffaella Silìpo

Luoghi citati: Cile, Cina, Portogallo, Rimini, Ulster