ARTE SALUTARE

ARTE SALUTARE ARTE SALUTARE STAR bene con l'arte. E' un'idea preponderante in questo scorcio di fine secolo perché i malesseri sono molto forti, in tanti settori. L'arte non ha mai preteso di avere una funzione consolatoria, però, per una serie di ragioni, nel corso dei secoli ha perso queU'abbinamento con il sociale, parallelo con lo sviluppo armonico della società. Nell'ultimo decennio, è diventata un optional di lusso. Certo, non è fondamentale nella vita delle persone, tant'è che coinvolge in gran parte specialisti e collezionisti. Anzi, mi sembra che l'arte diventi sempre più selettiva. A ciò s'affianca una considerazione di natura economica: l'arte nell'ultimo decennio subisce forti limitazioni commerciali. Ecco perché diventa un soggetto a cui pensare in termini nuovi. Da tempo sto riflettendo su un nuovo ruolo dell'arte e quindi dell'artista nel sociale, prendendo spunto da temi che si ritrovano nelle avanguardie storiche. Penso al Manifesto futurista di Balla e Depero del 1924, in cui viene evidenziato che uno degli scopi dell'arte è di occuparsi di svariati argomenti, tra cui diffondere la felicità. Tutto il mio lavoro è concentrato su questo tema: dare all'arte, dopo una lunga parentesi di «modernità» austera, quasi dittatoriale, nuova enfasi, recuperarne l'aspetto ludico. L'arte deve essere contatto, non preclusione. Noi abbiamo vissuto negli Anni 70 il periodo dell'arte concettuale con forzature semiologiche. Dopo quel periodo di calvinismo castrante si è recuperata ima grande apertura con la postmodernità. Il rapporto (e la concorrenza) con i media hanno poi forzato le tappe. Oggi qualunque computer dà la possibilità di creare cose meravigliose. L'arte serve a star bene, ed è questa una sua funzione originale. Si pensi all'arte antica, che coinvolgeva il pubblico: ad esempio, il polittico di Duccio da Boninsegna venne portato a furor di popolo in Duomo a Siena perché la gente lo viveva in termini religiosi, iconografici, ne prendeva comunque parte. Oggi non esiste l'equivalente. Non c'è un rapporto di benessere, il rapporto con l'arte è più intellettuale, a volte se ne resta intimiditi. E questo è sbagliato. Bisogna imparare a recuperare un rapporto diverso, comunicare il proprio tempo. Questa è la funzione dell'aite. Ugo Nespolo

Persone citate: Balla, Boninsegna, Depero, Ugo Nespolo