VIDESOTT, ANIMA DEL GRAN PARADISO di Alessandro Galante Garrone
VIDESOTT, ANIMA DEL GRAN PARADISO VIDESOTT, ANIMA DEL GRAN PARADISO IL FERVORE DEI POCHI Franco Pedrotti Temi pp. 454 L. 40.000 GGI, a distanza di mezzo secolo dalla fondazione del Movimento Italiano per la Protezione della Natura, è doveroso ricordare la strenua opera dei suoi fondatori, e primo fra tutti Renzo Videsott, di origine trentina (1904-1974). Ci soccorre, per questo, il libro di Franco Pedrotti II fervore dei pochi. Il movimento protezionistico italiano dal 1943 al 1971, edito a Trento in questi mesi, con una bella e calda prefazione di Vittorio Foa, del quale è noto l'amore per Cogne e le sue montagne, mantenutosi nostalgicamente vivo nei lunghi anni della sua carcerazione. In questo libro campeggia la bellissima e indimenticabile figura di Renzo Videsott, anche a me particolarmente caro per la sua coraggiosa (e spesso solitaria) opera di salvatore, fra il 1948 e il 1958, del Parco Nazionale del Gran Paradiso, della sua sempre più rara fauna - e basta pensare alla sopravvivenza dello stambecco - e della sua ricchissima flora. Dopo essersi prodigato per non pochi anni, quando la sua prima opera protettiva poteva dirsi miracolosamente avviata a soluzione, o in gran parte compiuta, egli si trasse nell'ombra. Ma grande è il debito di gratitudine verso di lui contratto non solo dai valdostani, ma da tutti gli italiani. E oggi i rari documenti copiosa¬ mente raccolti da Franco Pedrotti consegnano alla storia l'opera da lui compiuta in campo anche europeo, come ha rilevato Vittorio Foa. E' un'opera, la sua, tanto più meritoria, e fruttuosa di risultati, in quanto egli aveva ormai nettamente ripudiato la caccia di selvaggina da lui praticata in gioventù. Era rimasto bruciante in lui il ricordo di aver preso di mira gli ultimi camosci superstiti nelle Dolomiti del Brenta e, in particolare, dello sguardo lanciatogli da uno di loro morente, da lui colpito. Così era nata in lui la conversione in protettore della natura in ogni suo aspetto, per un irresistibile moto dell'animo. Aveva scoperto in sé, d'un tratto, la convinzione del dovere di battersi contro l'incombente pericolo della scomparsa dalla faccia della Terra di non poche specie animali o vegetali. Da qui era nata la sua lunga battaglia per la protezione della natura. Fu questo il periodo eroico della sua lunga battaglia contro l'incoscienza dei più. Altri pionieri a lui si aggiunsero. Ricordiamo, fra gli altri, il professore Alfredo Corti, e il medico Fausto Penati; e tanti altri ancora, e tra loro alcuni amici miei, come il giudice Carassi e la professoressa Maria Daviso di Charvensod. Così prese piede e si diffuse anche in Italia il movimento sorto in Piemonte e in Valle d'Aosta, che via via allacciò rapporti anche con l'estero. Renzo Videsott aveva votato tutto se stesso alla buona causa, di cui era stato in Italia il coraggioso e, all'inizio, il quasi disperato pioniere. Egli dovette lottare contro i retorici chiacchiericci, i sospetti, le meschine gelosie; ed ebbe momenti di grave stanchezza. Ma non mollò; e cospicui furono i risultati del suo assillante impegno. Dopo aver multato nella Resistenza, aveva dedicato tutto se stesso alla sua missione. Prese contatti con altri movimenti via via sorti, come l'associazione Italia nostra presieduta da Umberto Zanotti Bianco, grande figura di italiano in tanti impegni di civiltà. Ormai erano sorte, dopo la sua, al¬ tre grandi associazioni per la «protezione della Natura» anche in Italia, che riprendevano e intensificavano l'azione solitaria intrapresa da quei grandi pionieri nel nostro Paese. Di Renzo Videsott non potrò mai dimenticare il nobile volto, che spesso si iUuminava dell'entusiasmo di quell'eccezionale precursore che era stato. Il 16 febbraio 1957 scriveva a un amico, in un'ora che per lui era di scoraggiamento per qualche amaro disinganno: «Purtroppo io sono stanco, anzi stanchissimo, perché si continua a chiacchierare concludendo assai poco». Ma l'opera da lui fondata continuava a dare i suoi frutti, fino al Parco Nazionale di cui era stato l'anima. E finalmente il suo impegno si allargava all'Union internationalepour laprotection de la Nature: l'inevitabile sbocco del suo fervido apostolato. Alessandro Galante Garrone del «Il k rat IL FERVORE DEI POCHI Franco Pedrotti Temi pp. 454 L. 40.000
Luoghi citati: Charvensod, Cogne, Italia, Piemonte, Valle D'aosta
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