Il Tesoro pronto al lancio della privatizzazione Bnl

Il Tesoro pronto al lancio della privatizzazione Bnl Oggi la conferenza stampa sull'opv Il Tesoro pronto al lancio della privatizzazione Bnl Lunedì parte il piano Comit-Bancaroma Banco Napoli vuole sposarsi in fretta MILANO. Oggi il direttore generale del Tesoro, Mario Draghi, renderà noti gli ultimi dettagli dell'offerta pubblica di vendita di Bnl. Ufficializzerà l'ammontare dell'offerta globale, il quantitativo minimo destinato all'Opv (inclusa la percentuale destinata ai dipendenti e ai promotori Bnl) e 1 ammontare dell'eventuale «green shoe». Lunedì, viceversa, i vertici dell'istituto romano, il presidente Luigi Abete e l'amministratore delegato Davide Croff, apriranno a Milano, presso la Borsa, il «road show» che toccherà poi le grandi capitali estere, da New York, a Londra a Francoforte. Come è noto, l'offerta pubblica avrà inizio il 16 novembre per concludersi il 20 novembre, e entro il 15 sempre il Tesoro comunicherà il prezzo massimo. Conclusa l'Opv, il Tesoro trasferirà ai tre partner del nocciolo duro, Bilbao, Popolare Vicentina e Ina, il 25% del capitale di Bnl. Ieri, intanto, nell'anticipare che l'utile netto del '98 sarà «migliore di quello dell'anno precedente», il presidente del Banco di Napoli, Giuseppe Falcone, è tornato sull'ipotesi di aggregazione con Bnl, archiviata nei mesi scorsi dal Tesoro. Falcone ha ricordato che «il patto fra i tre soci del nucleo stabile Bnl prevede che tutto debba rimanere fermo per 15 mesi». Dunque «salvo accordi diversi tra soci - ha precisato Falcone - non mi sembra che si possa procedere in Giuseppe Falcon quel periodo all'aggregazione tra Bnl e Banco di Napoli». Il presidente dell'istituto partenopeo ha aggiunto che «il Banco può stare benissimo da solo per quindici mesi: questo non intacca assolutamente nulla». Tuttavia Falcone ritiene che, in prospettiva, il «Banco da solo sarebbe confinato ad una dimensione regionale», e dunque occorrerà «un matrimonio con una banca come la Bnl, che fa parte della holding, o con altri». Sempre ieri il nuovo San Paolo Imi ha comunicato le quote dei soci stabili post-fusione. Esse vedono al primo posto la Compagnia San Paolo con una quota posseduta 16,16% (con un vincolo di voto al 5% e una quota vincolata il 2,91%), il Montepaschi con il 6,13% (vincolo di voto al 5% e quota vincolata all'1,75%), Santander con il 5% (2,91%), Ifi-Ifil con il 3,94% (2,91%), Reale Mutua con il 2,09% (1,75%), Kredietbank con 11,16% (1,16%). Isei azionisti hanno complessivamente il 34,45% del capitale di cui il 13,39% vincolato al patto. Intanto la Borsa è sempre più convinta che il matrimonio tra Comit e Bancaroma si farà, e ha mandato i due titoli al rialzo: più 3,05% per Comit e più 3,92% per Bancaroma, mantenendo il concambio borsistico sopra il 3,8%. Lunedì, infatti, il consiglio di amministrazione di piazza Scala dovrebbe dare il via libera alla trattativa, [r. m.J Giuseppe Falcone

Persone citate: Davide Croff, Giuseppe Falcon, Giuseppe Falcone, Luigi Abete, Mario Draghi