«Un racket dei falsi permessi» di Daniela Daniele
«Un racket dei falsi permessi» «Un racket dei falsi permessi» Allarme per le organizzazioni che vendono documenti truccati ROMA. Fantasia, azzardo, ingenuità, furbizia. Dai trucchetti alle truffe, ni cerca di una strada che li faccia uscire dallo sconforto e dalla paura di essere cacciati dall'Italia. Il popolo dei «senza permesso» vive ore di ansia. E, spesso, finisce preda degli squali, sempre attenti a individuare ogni possibile preda. Immigrati irregolari. Code infinite davanti alle questure, senza alcuna sicurezza. Perché chi sa di non essere stato presente in Italia prima del marzo '98, oppure chi era già nel nostro Paese, ma non ha uno straccio di documento che lo attesti, vive in equilibrio sulla corda tesa. E allora, che fare? Sono molti quelli che tentano la via del certificato medico. Al responsabile del Servizio di medicina preventiva delle migrazioni, all'Istituto San Gallicano di Roma, sono arrivate molte richieste esplicite: «Mi offrono dalle 100 alle 300 mila lire perché io dichiari ima loro presenza sul territorio prima di quella data - spiega -. E' terribile vedere persone che arrivano ad umiliarsi in questo modo. Ed è molto triste guardare la loro espressione di fronte all'ovvio rifiuto». «Si è calcolato che ci siano 250 mila stranieri irregolari da noi. Verranno rilasciati 38 mila permessi e non c'è tetto per i ricongiungimenti familiari. C'è da aspettarsi che qualcuno ne approfitti». Giulio Russo, della Casa dei Diritti Sociali, prevede il ripetersi della situazione che si verificò al tempo del decreto Dini. «E il commercio - spiega - si farà, senza dubbio: un po' di millantato credito, una conoscenza con poclù scrupoli nel posto giusto, qualche tappeto regalato, magari l'offerta delle grazie di qualche giovanetta... ed ecco che il permesso salta fuori». In che modo? Durante il periodo del decreto Dini, si erano messe in Medici deanche tdi corr«Per un coffrono 30 nunciano entativi uzione ertificato 0 mila lire» moto vere e proprie organizzazioni di falsari, spiegano alla Casa dei Diritti Sociali, che «assumevano» fino a ottanta domestici al colpo. E fornivano, a chi pagava, veramente di tutto: dal datore di lavoro, fino alla ricevuta del permesso di soggiorno, con tanto di timbro, falso, della questura. La circolare Masone sta già provocando il ripetersi di un fenomeno del genere? «Non ho alcun dubbio al riguardo - risponde Giulio Russo -, e lo si vedrà presto». Per ora sono venute alla luce soltanto le richieste di certificati medici fasulli o la presentazione di biglietti del supermarket o di tesserini del metrobus che dovrebbero attestare la presenza di questo o di quello straniero sul suolo italiano prima della data fatidica. Ma, proprio in seguito a quanto accadde con il decreto Dini, ora l'attenzione a fatti del genere è maggiore. «Ci sono persone che si sono fatte centinaia di milioni con l'altra sanatoria - ammette Luigi Di Maio, dirigente dell'Ufficio Stranieri della questura di Roma -: una cosa del genere non si deve più ripetere. Per questo motivo, se ci arrivano dichiarazioni a raffica da un'associazione o da una qualche struttura privata, facciamo partire immediatamente i controlli. Abbiamo, addirittura, rifiutato certe dicliiarazioni rese dalle ambasciate». E per ribadire che non verranno ammesse «furbizie» di sorta, Di Maio ha radunato le associazioni che si occupano di immigrati e ha detto loro che non verranno accettate «prove» se non garantite da una struttura pubblica. Ma tutti sanno che chi è abituato a fare i soldi sulla pelle altrui non si lascerà intimorire. Daniela Daniele Medici denunciano anche tentativi di corruzione «Per un certificato offrono 300 mila lire»
Persone citate: Di Maio, Dini, Fantasia, Giulio Russo, Luigi Di Maio
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