Nuovo sgarbo di Saddam, l'America prepara il blitz di Franco Pantarelli

Nuovo sgarbo di Saddam, l'America prepara il blitz Dopo la Risoluzione Onu che condanna il rifiuto iracheno alle ispezioni. Gli Stati del Golfo offrono le basi agli Usa Nuovo sgarbo di Saddam, l'America prepara il blitz Una tv: il Pentagono pronto a colpire per la prossima settimana NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Così come era previsto il voto di condanna contro l'Iraq espresso unanimamente giovedì sera dal Consiglio di Sicurezza dell'Orni, allo stesso modo le reazioni ad esso sono state quelle ampiamente previste: da una parte il «no» di Baghdad, dall'altra parte la minaccia americana di ricorrere alla forza (secondo alcune fonti l'attacco potrebbe avvenire già la prossima settimana) e nel mezzo la Russia e la Francia a dire no, l'uso della forza no. La risposta dell'Iraq all'intimazione di riprendere la collaborazione con gli ispettori dell'Orni è stata affidata a un editoriale di «alThrawa», il giornale del Bath, il partito al potere, che naturalmente non stampa una riga che non sia «autorizzata». L'Iraq dice «no», spiega il giornale, per due ragioni: una è che la risoluzione del Consiglio di Sicurezza è in qualche modo illegittima perché «è stata imposta da americani e inglesi, con la consueta arroganza»; l'altra è che la collaborazione con gli ispettori dell'Orni deve essere «compensata» da un preciso impegno, con tanto di date, a togliere l'embargo economico contro l'Iraq. Se l'alternativa a questo è un attacco militare americano, niente paura, dice il giornale, perché ci sono «mihoni di iracheni addestrati a combatte¬ re. Gli aggressori hanno i loro piani e noi abbiamo i nostri, loro hanno i loro mezzi e noi anche». Anche sul piano diplomatico lo spazio lasciato all'imprevedibilità è stato molto poco. Subito dopo il voto di giovedì sera è cominciata la solita disputa sulla sua «interpretazione». Non è un'autorizzazione ad attaccare, dicono russi e francesi; quell'autorizzazione c'è già da anni e proviene dalle risoluzioni successive alla fine della Guerra del Golfo, ribattono inglesi e americani, che comunque - disputa o non disputa - si preparano. Il viaggio del segretario alla Difesa William Cohen nel Medio Oriente alla ricerca di consensi a un eventuale attacco sembra che sia stato molto proficuo. Secondo le fonti del «New York Times» almeno tre Paesi, l'Arabia Saudita, il Kuwait e Emirati Arabi Uniti hanno dato l'autorizzazione all'uso logistico delle basi americane nel loro territorio. L'informazione è in contrasto con l'impressione che si era avu¬ ta quando la mancanza di «comunicati congiunti» dopo le visite di Cohen a quei governi erano state interpretate come mi modo per evitare di dire che erano in disaccordo. Ma ora la spiegazione che viene data di quei silenzi è che l'attacco contro l'Iraq lo si vuole preparare «con discrezione», senza spettacolari invii di mezzi militari nella regione (quelli già presenti sono sufficienti, ha già detto il Pentagono) e senza ultimatum con giorno e ora, per evitare una soluzione come quella del marzo scorso, quando l'arrivo di Kofi Annan bloccò tutto. Se ci sarà, insomma, l'attacco sarà «di sorpresa» e una fonte della Nbc ha detto potrebbe avvenire ogni giorno della prossima settimana. Franco Pantarelli Saddam Hussein

Persone citate: Bath, Cohen, Kofi Annan, Saddam Hussein, William Cohen