«De Benedetti», la scuola della solidarietà di Sergio Miravalle

«De Benedetti», la scuola della solidarietà Realizzata con il contributo dei lettori, è stata inaugurata ad Asti nel quartiere più colpito dall'alluvione «De Benedetti», la scuola della solidarietà Intitolata al direttore che inventò «Specchio dei tempi» ASTI. C'era il sole ieri mattina sulla piana del Tanaro. Il fiume scorre dentro i nuovi argini. Quattro anni fa, nello stesso giorno, il 6 novembre, un'alba grigia si levava su una palude di fango e disperazione. L'alluvione aveva travolto uomini e cose. Asti era in ginocchio, come gran parte del Piemonte. A «La Stampa» arrivarono le prime telefonate dei lettori: chiedevano come versare a «Specchio dei tempi» affinché gli inviati del giornale potessero portare subito aiuti concreti agli alluvionati. Tornava a saldarsi la catena della solidarietà, come già era accaduto per il Vajont, il Belice, l'Irpinia. A fine del 1994, in poche settimane, si raggiunse l'eccezionale risultato di oltre 25 miliardi di sottoscrizione. Tra le migliaia di offerte anche i 50 milioni giunti da Lioni, il villaggio travolto dal terremoto del 1980, ricostruito grazie a «Specchio dei tempi» in meno di 40 giorni e che ancora oggi porta il nome della rubrica. Solidarietà che crea solidarietà. Lo ha ricordato Umberto Cuttica, vicepresidente dell'editrice «La Stampa», intervenendo, con i vertici del giornale, all'intitolazione della scuola materna a Giulio De Benedetti, il direttore del dopoguerra. Fu lui, nel 1955, a volere quella rubrica dal nome evocante uno stile giornalistico. De Benedetti nacque ad Asti nel 1890, e la città lo ha ricordato intitolandogli una scuola sorta nel quartiere Tanaro, il più colpito dall'alluvione, grazie al finanziamento di un miliardo versato da «Specchio dei tempi». Alla cerimonia di ieri mattina sono intervenuti la figlia di De Benedetti, Simonetta, con la nipote Donata e il genero Eugenio Scalfari. Il fondatore di «Repubblica» ha ricordato il rapporto particolarissimo con il suocero-direttore che aveva «la passione per La Stampa»: le camminate nei boschi di Rosta, l'attenta scelta delle lettere che De Benedetti faceva pubblicare senza commenti «la sua risposta era nel titolino di ciascuna» ha annotato Scalfari. Il direttore Marcello Sorgi, presente alla cerimonia con il condirettore Gianni Riotta, ha ricordato quel «direttore leggendario» che ha scritto «una pagina molto importante nella storia della Stampa e del giornalismo italiano». «"Specchio dei Tempi" - ha aggiunto Sorgi - non è solo il titolo di una rubrica fortunata; è una formula giornalistica. Un giornalismo che rispecchia, appunto, i fatti, e fa del racconto lo spunto per le opinioni». Giovanni Trovati, oggi presidente della «Fondazione Specchio dei tempi», ha ricordato con affetto quel direttore «autorevole e autoritario» e le sue quotidiane lezioni di giornalismo: «Se il lettore trova faticoso uno scritto lo salta, i pezzi debbono essere capiti da tutti». La figlia Simonetta ha quindi scoperto la targa che intitola la scuola «all'astigiano De Benedetti» e ricorda l'impegno di «Specchio dei tempi». Giovanni Trovati ha consegnato simbolicamente le chiavi dell'edificio al sindaco Luigi Florio. All'interno, radunati nella luminosissima grande aula centrale, erano in allegra attesa i 106 piccoli ospiti della materma. La maggior parte di loro non era ancora nata ai tempi dell'alluvione. Hanno ascoltato le parole del vescovo monsignor Severino Poletto che ha sottolineato il valore della solidarietà: «in questo Specchio vedo la bontà della gente». L'assessore Angela Quaglia ha dedi¬ cato ai bimbi una bella poesia di Loris Malaguzzi, e il provveditore Paolo Iennaco ha invitato gli insegnanti a spiegare sempre ai ragazzi chi sono e che cosa hanno fatto i personaggi ai quali è intitolata la loro scuola. Il sindaco Florio, affiancato da Alberto Bianchine primo cittadino nei giorni dell'alluvione, ha sottolineato come la città sia onorata di ricordare un astigiano illustre al quale «avremmo potuto dedicare una via o una piazza». La figlia Simonetta gli ha risposto: «Credo che papà sia contento così, meglio una scuola, questa scuola». I bimbi, seguiti dalle maestre hanno cantato e ballato. L'alluvione è diventata una fiaba a lieto fine. Sono stati tagliati quattro nastri di colore di diverso, uno per classe e la festa si è conclusa con una scatenata «Monferrina», che ha coinvolto anche il sindaco Florio. Nel giardino ancora spoglio è stato messo a dimora un cedro. Crescerà e accompegnerà la crescita di generazioni di bimbi della scuola «Giulio De Benedetti». Sergio Miravalle Tra le migliaia di offerte anche i cinquanta milioni giunti da Lioni il villaggio deU'Irpinia travolto dal terremoto e ricostruito grazie all'intervento dei lettori de La Stampa

Luoghi citati: Asti, Lioni, Piemonte, Rosta, Vajont