La mescolanza, nuova frontiera a sinistra di Guido Tiberga

La mescolanza, nuova frontiera a sinistra Nel discorso del neo-segretario un salto culturale in avanti verso gli immigrati e gay La mescolanza, nuova frontiera a sinistra ROMA DAL NOSTRO INVIATO Walter Veltroni, nel lungo discorso che ha segnato il suo insediamento al vertice dei Ds, non ha preso le distanze soltanto dai suoi avversari politici. Più di una volta, ha pronunciato le parole ((vecchia sinistra» con lo stesso tono di lontananza con cui ha bollato la «vecchia destra»: la vecchia sinistra «tendeva a rendere ipertrofico il ruolo dello Stato», la vecchia sinistra «sosteneva la proprietà pubblica», la vecchia sinistra «concepiva il sindacato come uno strumento politico». Retaggi del passato, dice Veltroni. E' giunto il .tempo di andare oltre: la nuova sinistra, quella che vorrebbe incarnare nel «suo» partito, deve superare anche i valori più recenti: essere tolleranti non basta più, bisogna andare oltre, nei confronti di tutte le differenze. Il nuovo leader dei Ds ha stupito con le parole di estrema apertura nei confronti degli omosessuali, non più insistendo sul loro diritto a essere diversi, ma negando di fatto la loro diversità. Ma nella parte del discorso che non ha avuto il tempo di pronunciare dal palco, Veltroni si è spinto ancora più in là, invocando sul tema sempre caldo deh'immigrazione un «salto culturale in avanti»: dalla tolleranza alla mescolanza. Non è soltanto una questione di parole. Un sacrificio al politically correct simile a quello che porta il leader dei ds a sdoppiare con pignoleria ogni riferimento complessivo al popolo di sinistra: «compagne e compagni», «amiche e amici», fino a «noi, donne e uomini della sinistra». Si tratta, spiega Luigi Manconi, di una svolta più politica che culturale: «In termini di scienza della politica e di scienza della società, l'analisi della tolleranza e delle sue possibili perversioni è vecchia di un secolo - dice il portavoce dei Verdi -. La cosa ùnportante è che queste cose, che fino a ieri appar tenevano ai movimenti di estre ma minoranza, arrivino final mente dal leader di un grande partito». Continua Veltroni: «La tolle ranza, anche nel migliore dei casi, non potrà mai sradicare veramente quel meccanismo che di vide una minoranza che è tollerata da una maggioranza che tollera, sulla base di una sua idea di "normalità". Il valore della me scolanza è più alto. Non rinnega le storie di ciascuno, ma è umilmente consapevole che la vita dei nostri popoli è già stata e continua a essere una straordinaria mescolanza di razze, etnie, popolazioni diverse». Sono i temi sollevati in passato dalla scuola di Francoforte, e ri- presi qualche anno fa in Francia dall'Academie de culture: «Nell'Inghilterra degli Anni Sessanta un politico ultraconservatore come Enoch Powell aveva scatenato per le vie di Londra la caccia ai pakistani, ai cinesi, agli immigrati della Giamaica - racconta Furio Colombo, membro italiano dell'Academie, come Umberto Eco e Luciano Berio -. Tra i cacciati di allora c'erano anche Naipaul e Rushdie, diventati i migliori scrittori di lingua e cittadi¬ nanza inglese - continua -. C'erano i medici indiani che oggi sono considerati i grandi maestri della chirurgia londinese..». Veltroni parla di «contaminazione» come di un «arricchimento reciproco». Definisce la mescolanza non una scelta, ma «la sola via che può condurci a un inedito equilibrio sociale». Parole che sorprendono la destra. «La sinistra può dire quello che vuole - taglia corto Maurizio Gasparri, uno dei "colonnelli" di An -. In fondo è un suo diritto. Noi continuiamo a pensare che la differenza è un valore da preservare e da difendere. L'identità, il genio italiano è una ricchezza che non è soltanto nostra, ma che appartiene al mondo intero». Veltroni insiste: la mescolanza è «l'unica» via. E risponde a Gasparri con un altro balzo nel passato. «Chi dice che San Salvario non sembra più un quartiere torinese - avverte - dovrebbe ricordare che le stesse cose venivano dette dagli abitanti di quella che a New York sarebbe diventata Little Italy. Eppure i bambini di allora sono diventati i Mario Cuomo di oggi...». Forse il nuovo segretario della Quercia ha in mente un modello americano, forse guarda semplicemente al di là dei confini, o alle lunghe code degli extracomunitari che cercano il permesso di soggiorno. «E' importante il segnale dell'ultimo dibattito tedesco sull'opportunità di legare il diritto alla cittadinanza, allo ius soli piuttosto che allo ius sanguinis. Così come credo che sia importante quello che sta già accadendo con i nostri figli, nelle nostre scuole, dove bambine e bambini non solo studiano insieme, ma giocano insieme, fanno amicizia, crescono insieme e insieme ci insegnano, nei fatti, che cosa sarà la società multietnica del futuro». Guido Tiberga Monconi: finora questa idea era solo patrimonio delle minoranze Gaspara: dica ciò che vuole noi continuiamo a pensare che la differenza è un valore da preservare e da difendere In prima fila all'assemblea dei ds Occhetto, Mussi, Violante Veltroni e il leader Cgil Cofferati

Luoghi citati: Francia, Francoforte, Inghilterra, Londra, New York, Roma