Humus sigla la sua pene con il sangue di Aldo Baquis

Humus sigla la sua pene con il sangue Attentato a Gerusalemme, morti i due kamikaze. Clinton: non abbandonate la via del dialogo Humus sigla la sua pene con il sangue Autobomba al mercato, Israele blocca l'accordo con Arafat TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il governo di Benyamin Netanyahu ha sospeso ieri fino a nuovo ordine l'esame degli accordi israelo-palestinesi di Wye Flantation due ore dopo che due militanti islamici si erano fatti esplodere con un'autobomba in un affollato mercato di Gerusalemme dove hanno provocato il ferimento di una ventina di israeliani e ingenti danni materiali. L'eco della deflagrazione è stato nettamente percepito di prima mattina dai 17 ministri israeliani che tre quarti d'ora prima avevano ripreso un lungo ed animato dibattito sugli accordi della Wye Plantation. Il ministro Silvan Shalom era intento ad illustrare ai colleghi le «gravi riprecussioni degli accordi» sulla sicurezza quando un collaboratore del premier ha introdotto nella sala un biglietto con le prime frammentarie informazioni sull'attentato. Commentando l'esplosione della seconda autobomba palestinese negli ultimi otto giorni, un portavoce governativo israeliano ha poi spiegato che la approvazione di quegli accordi non potrà avvenire fino a quando «l'Autorità nazionale palestinese non avrà ingaggiato una lotta senza quartiere e prolungata nel tempo contro il terrorismo islamico e le sue infrastrutture». Nell'occasione il governo Netanyahu ha ricordato che si attende da Arafat la convocazione del Consiglio nazionale palestinese (affinchè abroghi una volta per tutte la sua Carta nazionale che predica la distruzione dello stato ebraico, anche se Arafat assicura che essa non è più in vigore) e ha preannunciato che «rafforzerà Gerusalemme in quanto capitale di Israele». Una formula generica di compromesso fra le posizioni radicali del ministro degli esteri Ariel Sharon - favorevole all'inizio immediato dei lavori di costruzione del controverso rione di Har Homà, a Sud di Gerusalemme - e quelle del ministro della difesa Yitzhak Mordechai, contrario a creare nuovi ostacoli alla realizzazione degli accordi di Wye Flantation oltre a quelli eretti di continuo dai fondamentalisti islamici. Da Ramallah Arafat ha fatto subito intendere la propria condanna dell'attentato, accompagnata dalla preoccupazione di veder sfumare la realizzazione delle intese. Il presidente palestinese ha chiesto un energico intervento dell' amministrazione Clinton affinchè impedisca a Netanyahu di venire meno ai propri impegni, proprio mentre Arafat è impegnato - sotto agli occhi vigili della Cia - in una dura battaglia contro Hamas e la Jihad islamica. Malgrado sia stato rivendicato da Hamas, l'attentato di ieri - come quello di otto giorni fa nella stri¬ scia di Gaza - potrebbe essere stato condotto proprio dalla Jihad islamica, una piccola organizzazione di integralisti molto sensibili alle necessità politiche di Iran e Siria. Nei giorni scorsi, inoltre, costoro hanno celebrato il terzo anniversario della uccisione del loro leader Fathi Shkaki a Malta, da parte di agenti del Mossad. Ma chiunque abbia inviato al mercato di Mahanè Yehuda la Fiat 127 rossa con i due kamikaze a bordo, assieme con due valigie ripiene di materiale esplosivo, è evidente che intendeva far deragliare gli accordi della Wye Plantation. La reazione di Washington è stata dunque rapida ed allarmata. Clinton ha denunciato «l'atto codardo» compiuto dai terroristi e ha fatto appello a israeliani e a palestinesi a non desistere dai loro sforzi di pace che rappresentano - a suo parere l'unica strada per garantire loro la sicurezza. In una conversazione con Netanyahu, Madeleine Albright ha anche mostrato comprensione verso la decisione israeliana di sospendere l'esame degli accordi della Wye Plantation. Ma il suo portavoce James Rubin ha subito sollecitato Israele a stringere i tempi e a riprendere al più presto il filo del discorso con i palestinesi. Aldo Baquis Un vigile del fuoco accanto al cadavere di uno dei due attentatori e, nella foto piccola, la via Jaffa dove è esplosa l'auto