Sportelli senza più segreti

Sportelli senza più segreti Sportelli senza più segreti Interventi facilitati per l'Erario che indaga ROMA I L segreto bancario non H c'entra; non c'entra perché da tempo non esiste più neppure per le indagini di carattere fiscale. L'anagrafe ha (o dovrebbe avere) uno scopo pratico-operativo: proprio perché il segreto bancario non esiste più, occorrono strumenti per volgere la sua rimozione a beneficio della lotta all'evasione fiscale e alla malavita organizzata. «Dovrebbe», abbiamo detto, sia pure tra parentesi, perché l'utilizzazione di questa istituenda anagrafe è ancora da decidere e da approvare, e non è affatto detto che alla fine nascerà uno strumento funzionale agli scopi che l'amministrazione fiscale con esso intende raggiungere. L'istituzione di un'anagrafe dei conti bancari è prevista da una legge del '91 estremamente vaga in quanto demanda al ministero del Tesoro ed al ministero delle Finanze aspetti di fondamentale rilevanza quali il luogo giuridico presso il quale l'anagrafe va istituita (Tesoro, Finanze, Uic, Banca d'Italia, o altro), e la regolamentazione dell'accesso alle informazioni. Pur in questa vaghezza, però, la legge pone alcuni sostanziali vincoli che riguardano la natura stessa dell anagrafe, la quale deve censire le intestazioni dei rapporti bancari e non il loro contenuto, e l'accesso ai dati, per il quale è prescitta la «massima riservatezza». L'indeterminazione della legge non fu dovuta solo alla opportunità che la norma legislativa definisca i principi lasciando il resto alle norme am- ministrative di attuazione. Fu dovuta anche e soprattutto al fatto che vi erano sostanziali esigenze in conflitto tra loro. La ovvia esigenza delle Finanze di disporre di uno strumento funzionale al perseguimento della evasione si scontrava sia con il principio giuridico della privacy, sia con la necessità di evitare ogni motivo di allarme di investitori e risparmiatori. La tutela della privacy indusse il Consiglio di Stato a sostener ; che per «massima riservatezza» si do¬ onsiglio arantire vatezza privacy veva intendere che l'accesso alle informazioni postulasse ogni volta una specifica richiesta del ministro delle Finanze, ciò che avrebbe fortemente limitato l'utilizzazione pratica dell'anagrafe. Della necessità di evitare ogni possibile turbamento del mercato finanziario si fece interprete il Tesoro il quale a quei tempi era particolarmente guardingo nel considerare ogni innovazione che direttamente o indirettamente riguardasse il regime finanziario e fiscale dei titoli pubblici. Occorre ricordare che si era nel 1992, quando le finanze pubbliche toccarono il massimo squilibrio, quando stava per esplodere la più rovinosa crisi della lira, quando l'investimento nei ti¬ toli dello Stato italiano era considerato a rischio; quando, in buona sostanza, risparmiatori ed investitori di motivi per fuggire dall'Italia e dalla lira ne avevano già fin troppi perché si potesse rischiare, sia pure nel nome della lotta all'evasione fiscale, di aggiungerne altri. Poi vennero gli anni dello sforzo per il risanamento, dell'impegno per partecipare all'unione monetaria, delle continue docce fredde sul rispetto o meno dei parametri di Maastricht; e il progetto per la realizzazione dell'anagrafe fu chiuso in un cassetto e vi rimase in attesa di tempi migliori. Tempi che ora sono venuti: la credibilità del risanamento finanziario e l'avvio dell'unione monetaria riducono, per non dire che azzerano, i rischi che la realizzazione dell'anagrafe determini reazioni negative da parte del mercato finanziario in genere e dei titoli pubblici in particolare. In altre parole, il dissesto della finanza pubblica ed il disordine monetario non condizionano più l'affinamento degli strumenti necessari per il perseguimento della evasione fiscale. Se si preferisce, si può dire che tra le ricadute del risanamento finanziario e della partecipazione all'Euro vi è anche la possibilità di perseguire più efficacemente l'evasione fiscale e i movimenti dei capitali della malavita. Anche sulla base di quanto fatto dagli altri Paesi più evoluti, il segreto bancario era stato da tempo rimosso anche in Italia, ma a motivo della particolare condizione del Paese la rimozione non era stata accompagnata dalla predispo¬ L'amminquali banrapportima non sizione degli strumenti attraverso i quali l'amministrazione fiscale se ne potesse concretamente avvalere. Certo, la Finanza poteva entrare in qualsiasi banca e chiedere copia dei conti di chi volesse, ma per sapere se un certo signore o una certa società avessero altri conti in altre banche dovevano chiedere a tutte le banche operanti in Italia (grossomodo 900) se avessero conti intestati a quel signore o a quella società. Un sistema farraginoso e dispersivo, costoso in termini di incombenze amministrative e poco o nulla redditizio ai fini della efficacia e della tempestività delle indagini. Con l'anagrafe questo aspetto delle indagini si semplifica e si sveltisce, sempre che l'accesso alle informazioni non venga eccessivamente ristretto o ostacolato da complesse procedure autorizzative come quelle che anni fa aveva immaginato il Consiglio di Stato. In ogni caso, sia il dettato della legge istitutiva, sia gli esempi che possono essere tratti dall'esperienza di altri Paesi quali la Germania o la Francia, circoscrivono l'impiego dell'anagrafe dei conti bancari allo svolgimento di accertamenti già avviati, mentre lo precludono per la individuazione degli accertamenti da compiere. Sul piano concreto, deve poter servire all'Amministrazione per sapere con quali banche intrattengano rapporti un signore o una società sui quali ci siano già motivi per sospettare. Non deve poter servire, invece, per sapere, ad esempio, chi siano gli intestatari di conti superiori ad un determinato importo, oppure quali conti abbiano registrato movimenti di un determinato tipo, o ancora chi sia il titolare di un determinato numero di conto. Le ragioni della riservatezza, in definitiva, sono salvaguardate in una misura non inferiore di quanto lo siano nella maggior parte dei Paesi europei e nord-americani dove notoriamente la loro salvaguardia non ha impedito una lotta all'evasione. Alfredo Recanate. La presidenza del Consiglio s'è impegnata a garantire la massima riservatezza per rispettare la privacy L'amministrazione potrà sapere quali banche intrattengono rapporti con persone «sospette* ma non sui conti in dettaglio

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Roma