Anagrafe tributaria, scoppia la polemica di Roberto Ippolito

Anagrafe tributaria, scoppia la polemica Il ministro delle Finanze: non cambia nulla. L'opposizione teme una fuga di capitali Anagrafe tributaria, scoppia la polemica D'Menta assicura: la privacy dei cittadini rimane sacra ROMA. Il fisco bussa alle porte delle banche. E le polemiche bussano alla porta del governo. E' bastato l'annuncio dato dal ministro delle Finanze Vincenzo Visco della creazione di una banca dati con tutti i conti correnti per scatenare le discussioni. Violata la privacy? Soppresso del tutto il segreto bancario? Con queste domande è esploso un caso politico che contrappone il governo D'Alema all'opposizione di centro-destra e che divide anche le associazioni dei consumatori. Ma paradossalmente secondo Visco non è successo nulla: il ministero del Tesoro ha solo predisposto il regolamento per l'istituzione dell'anagrafe bancaria che attua una norma del 1991, sette anni fa. Sostiene Visco: «Se qualcuno poteva lamentarsi di qualcosa è che la norma era inattuata. Sostanzialmente non c'è nulla di nuovo». La banca dati riceverà una comunicazione su tutti i conti aperti, non sui movimenti, e per il ministro «aiuterà un pochino» la lotta all'evasione e soprattutto «semplificherà la vita» a chi effettua controlli, per esempio sul riciclaggio. Grazie all'anagrafe, le forze di polizia non dovranno più scrivere a un migliaio di banche per verificare l'esistenza di conti di una certa persona: basterà interpellare una volta sola il cervellone. Tutto regolare, allora? Neanche per idea, stando a Gianfranco Fini, presidente di Alleanza nazionale. E' ((inutile» per Fini «il sapere se tizio ha uno o più conti in banca» e «non può fornire lumi ai fini della scoperta e della quantificazione dell'evasione». Per il leader di An l'anagrafe è poi «dannosa» perché «ha già creato timori nei risparmiatori e rischia di allontanarli» dalle banche. Per ridimensionare la questione è sceso in campo personalmente D'Alema: «Per gli italiani - assicura non cambia nulla; i conti correnti potranno essere controllati solo e soltanto con l'autorizzazione della magistratura. La privacy dei cittadini rimane sacra, su questo tema c'è un'autorià garante». Insomma non ci sarebbe alcun Grande Fratello che spia liberamente nei conti correnti e scruta i movimenti dei risparmiatori. Ma per l'Abi, l'Associazione bancaria, l'istituzione della banca dati è «inopportuna» e comporta «costi ingenti» per le aziende di credito. L'Abi manifesta con una nota le sue perplessità perché si mette in moto un complesso «apparato organizzativo» ma «senza la certezza di risultati tangibili». Per acquisire rapidamente informazioni sarebbe sufficiente a giudizio dell'Associazione rivolgersi «all'archivio unico informatico che esiste presso ogni banca secondo le procedure» in vigore, magari prevedendo «tempi di risposta più rapidi». L'anagrafe consente di sapere automaticamente chi ha più conti, non quanti soldi sono depositati o vengono spostati. Ma l'Aduc, una della associazioni dei consumatori, chiede perché «il fatto di avere più conti correnti dovrebbe essere sinonimo di tendere alla violazione delle leggi fiscali». Al contrario Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, un'altra associazione degli utenti, definisce l'anagrafe bancaria «un'istituzione sacrosanta anche se tardiva». Lannutti è convinto, l'anagrafe bancaria ((permetterà agli 007 del fisco in tempo reale di accertare se un determinato nominativo sospettato di non adempiere ai suoi obblighi con il fisco sia titolare di conti correnti bancari o postali e non di verificare il saldo o spiare i movimenti». E proprio il capo degli 007 fiscali, ovvero Salvatore Tutino, direttore del Secit (il servizio dei superispettori tributari), spiega che l'istituzione della banca dati rende «effettivo» il superamento del segreto bancario ai fini della lotta all'evasione, superamento che avviene comunque con «garanzie intatte». L'aspetto più importante per Tutino è la fine delle lunghe ricerche per scoprire l'esistenza di conti correnti intestati a chi è al centro di inchieste. Chiarimenti, spiegazioni. Ma non tutti sono soddisfatti. Il deputato leghista Edouard Ballaman resta persuaso che il governo abbia dato vita a un «controllo incrociato sulla vita pubblica e privata dei cittadini». E anche Luca Volontè, deputato dell'Udì- e quindi della maggioranza di governo, sostienche che in passato l'anagrafe bancaria si è già rivelata «inefficace nella lotta ai grandi evasori fiscali» spingendo a effettuare operazioni al di fuori delle banche. E, per l'opposizione, il responsabile economico di Forza Italia Antonio Marzano teme anche una fuga di capitali che provoca la banca dati: «Con la globalizzazione dell'economia equivale a incentivare i risparmiatori italiani a servirsi del sistema bancario estero e a ricorrere a un sistema extra bancario dei pagamenti e delle riscossioni». Replica Giorgio Benvenuto, presidente della commissione Finanze della Camera: l'anagrafe bancaria «è l'unico modo per dare efficacia all'azione di dissuasione dell'evasione». Roberto Ippolito il ministro delll'Economia Carlo Azeglio Ciampi

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