1 Devia: «Don Giovanni, un mostro» di Armando Caruso

1 Devia: «Don Giovanni, un mostro» Parlano i protagonisti dell'opera che apre la stagione del Regio con la regia di Pier'Alli 1 Devia: «Don Giovanni, un mostro» «E' il simbolo del male e dell'immoralità» TORINO. Forse neppure il raffinatissimo Da Ponte avrebbe immaginato che un giorno, un galante Don Giovanni potesse cedere passo e parola a Donna Anna. Succede al Teatro Regio, ma soltanto fuòri di scena, alla fine delle prove del primo atto, anche perché Donna Anna è Mariella Devia, signora delle scene e Don Giovanni è il debuttante Pietro Spagnoli. Dunque alla Devia la parola in attesa della «prima» del 10 novembre per l'inaugurazione della stagione 1998-99. Donna Anna, pensa di Don Giovanni «tutta la malignità possibile», come rivela la Devia: «Ha subito una violenza, è offesa nel suo amor proprio, il cavaliere le ha ucciso il padre. Cosa potrebbe pensarne? Il suo amore, le sue illusioni si sono trasformate in un irriducibile sentimento di vendetta. Don Giovanni è il simbolo del male, dell'immoralità, è uno scapestrato. E' dunque naturale, anche a quel tempo, che una donna cercasse la vendetta, purtroppo affidata alla fragilità di Don Ottavio. Del resto, lui non si pentirebbe dei suoi misfatti». Per lui, dunque, nessuna attenuante: «E' un cinico che pretende tutto, che non esita a uccidere. E' un uomo che sfida la morte e se stesso, spietatamente». Ma chi è, invece, Donna Anna per Mozart-Da Ponte?. Devia non ha dubbi: «E' l'antagonista. Cresciuta ed educata a sani principi morali, non può accettare l'umiliazione. Il suo amore s'è trasformato in odio e ritiene quindi giusto che a Don Giovanni sia data la caccia, gli sia impedito di salvare la propria anima, nella quale per altro, non crede rninimamente». Quanto a Spagnoli, rivela di affrontare Don Giovanni «con la forza e la speranza dei miei 35 anni». «Anche il "cavaliere"», dice, «in fondo, era giovane, anche se libertino. Di Don Giovanni si è detto tutto. Ho studiato a fondo il libretto di Da Ponte, i recitativi, che sono la prosa in musica, poi mi sono fatto trascinare da Mozart. Speriamo sia sufficiente». Chi è, per Spagnoli, il grande seduttore? «E' un uomo senza regole, senza fede, senz'anima. E' un mascalzone, un avanzo di galera, anche perché il suo ceto sociale gli permette la sopraffazione. Oggi finirebbe dietro le sbarre d'una prigione. Senza scampo, come fortunatamente finiscono gli uomini come lui. Un omicida che si beffa della morte, un uomo straripante, un mito fuori da ogni possibile realtà.» Un personaggio che ha qualcosa da insegnare? «Nulla che già non sapessi. Ma indubbiamente induce a pensare costantemente che bisogna rispettare le regole del vivere civile, che l'amore, la lealtà, l'onestà, sono valori che devono guidare la nostra vita». Due cast e due direttori (Yoram David e Martin Fischer Dieskau), ma i protagonisti della «prima» sono Carlo Scibelli, Giancarlo Boldrini, Manon Feubel, José Fardilha, Antonio Abete, Laura Polverelli. Regia di Pier'Alli, maestro del Coro Bruno Casoni. Armando Caruso Mariella Devia è Donna Anna

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