«Una vita contro? No, mai»

«Una vita contro? No, mai» «Una vita contro? No, mai» Contrasti e dolori sullo slogan di un libro ~7\\OSI' c'era questa intervista I ' pronta, frutto di due anni I di lavoro al registratore, e I i il problema era trovare due ^ I parole per lo strillo di copertina del libro. Due parole per dire, ricorrendo a un'inevitabile stilizzazione, di come si attraversano le frontiere, dei passaporti falsi, del coraggio, dei rischi estremi, delle riflessioni sul colonialismo, della poesia, dell'amore, della guerra e di una dirittura morale che veniva fuori da ogni più piccola frase del dettato. Ecco. E allora parafrasando il film di Rosi tratto da «Un anno sull'altipiano» di Lussu si arrivò lì, a quelle due parole, a quella «vita contro», che sento ricorrere in queste ore nei ricordi dedicati a Joyce Lussu. E lei, invece, con gli occhi ormai incerti, guardò la copertina per niente contenta: «Peccato per questa cosa - diceva -, peccato davvero». Perché, come ha poi insistito più volte: «Semmai la mia vita è stata per, non contro» ed era dispiaciuta sul serio. E si lanciava a spiegare cosa vuol dire cercare alternative praticabili, e non distruggere o adoperarsi «contro», ma andare semmai a costruire da un'altra parte, a cercare altri luoghi da cui parlare. Altri luoghi anche fisici, voglio dire, come quando si mise a viaggiare per il mondo alla ricerca cu poeti da tradurre o di guerriglie anticoloniali da sostenere. O come quando scelse di pubblicare solo con piccoli editori e dare una mano a una casa editrice marchigiana nascente, il Lavoro editoriale-Transeuropa, che poi è stata anche la mia. O come quando cominciò a riflettere sugli ecosistemi minacciati,' sul problema dell'acqua, su come fare per dare a molti quel che sembra dovuto a pochi. Joyce Lussu negli ultimi vent'anni ha girato per le scuole di ogni ordine e grado, prediligendo gli interlocutori più giovani ed elaborando un personalissimo metodo di raccontare la storia fatto di visualizzazioni e poesia e da ogni angolo delle cartine del mondo, o avanti e indietro nel tempo, dalle barbarie passate alle guerre venture, tutto comunque passava di lì, da quella guerra antifascista che era lo snodo centrale della sua vita, quella seconda guerra mondiale che è stato lo snodo della vita di molti, dell'intero secolo e, in qualche modo, la preparazione del presente. E la sua non era mai una predica e nemmeno una lezione: «C'è un sacco di gente che ha delle idee magari giuste e che però si sforza di imporre», diceva. E anche: «Si risponde a chi ti rivolge una domanda, non si comincia mai. Non bisogna mai farlo. Fare il predicatore è una cosa bruttissima». Ecco, vorrei dire allora che se si presta bene ascolto, queste parole sono destinate a restare anche in quest'epoca poverissima. Silvia Ballestra I SUOI LIBRI L'olivastro e l'innesto Edizioni della Torre, 1981 Storie. Fronti e frontiere Sherlock Holmes. Anarchici e siluri Il libro Perogno // lavoro editoriale, 1986 Portrait Transeuropa, 1988 Le comunanze picene Livi, 1989 Il libro delle streghe Transeuropa, 1990 L'uovo di Sarnano Livi, 1992 Lotte, ricordi e altro Biblioteca del Vascello, 1992 Lo smerillonc Livi, 1993 Itria e le lontre Livi, 1993 Tradurre poesia Biblioteca del Vascello, 1994 Inventario delle cose certe Livi, 1994 Sherlock Holmes, anarchici e siluri Biblioteca del Vascello, 1995 Sguardi sul domani Livi, 1996 Sulla civetteria Voland, 1998

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