Meccanici, per ora è scontro di Francesco Bullo
Meccanici, per ora è scontro E Cofferati attacca Federmeccanicà: «Basta stop, piattaforma compatibile» Meccanici, per ora è scontro Fossa a D'Alema: niente ingerenze ROMA. Si è aperta ieri sera tra Unionmeccanica-Confapi e Fim-Fiom-Uilm la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei 400 mila metalmeccanici della piccola e media impresa. Il sindacato, pur non sottovalutando le difficoltà, è soddisfatto e sottolinea che il confronto è partito in un clima sereno e di disponibilità al negoziato. Il prossimo incontro è fissato per il 23 novembre. Ben diversa la situazione sul fronte della grande industrie. Ieri a scendere in campo è stato il leader della Cgil per condannare la pausa imposta da Federmeccanicà alla trattativa per il rinnovo del contratto: «E' un atteggiamento sbagliato - ha sostenuto - le loro sono opinioni anche legittime, ma sicuramente infondate poiché la piattaforma dei metalmeccanici rispetta i criteri dell'accordo del luglio '93, criteri che sono stati utilizzati anche per gli altri rinnovi». «I vantaggi dell'accordo di luglio - ha poi sottolinea Cofferati sono sotto gli occhi di tutti e metterli in discussione è un fatto assai grave». Ed ora? «Il primo punto del tentativo che faremo con il governo - risponde Cofferati - sarà quello di dare corpo a un patto sociale per lo sviluppo che comprenda la riconferma della politica dei redditi: bisogna offrire regole certe a coloro che devono rinnovare il contratto: parlo dei metalmeccanici, ma anche dei lavoratori del commercio, di quelli del turismo e di tutti i settori che stanno negoziando, a inizieranno successivamente a farlo, un accordo». Una linea che trova d'accordo anche il segretario generale della Cisl: prima va sottoscritto il nuovo patto sociale e poi rinnovato il contratto dei metalmeccanici, togliendo così ogni alibi alla Federmeccanicà. «Prima bisogna fare assolutamente il patto sociale - ha insistito D'Alema - e subito dopo fare il contratto dei metalmeccanici. Un grande accordo di concertazione, di rilancio, di grandi obiettivi, di controllo, di politica dei redditi, apre la possibilità e toglie loro un alibi formidabile». D'Antoni ha poi detto che l'impianto generale dell'accordo del luglio '93 .«ha funzionato ed è complessivamente da difendere». «Sui singoli punti - ha aggiunto - si può vedere di fare aggiornamenti, coerenti con quanto avvenuto in questi anni». Il sistema contrattuale ha dato stabilità, ma ora bisogna allargare il secondo livello contrattuale. «Oggi - ha detto - riguar¬ da solo la metà dei lavoratori ed è una remora rispetto all'evoluzione invocata verso flessibilità e produttività. Come si fa tutto questo, se non in via contrattuale? Qual è la sede, se non quella aziendale o territoriale?». Ma la polemica si allarga ed arriva a Palazzo Chigi. «I contratti riguardano inizialmente noi ed i sindacati e speriamo di risolverli senza l'intervento della politica» risponde il presidente di Confindustria, Giorgio Fossa, al presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, che mercoledì invitava gli industriali a fare investimenti e chiudere i contratti. Fossa ricono¬ sce che «la sollecitazione di D'Alema da un verso è giusta e che tutti siamo responsabili», ma avverte che per chiudere i contratti «ci devono essere le condizioni». «Sia noi che il sindacato - ha detto Fossa al termine della giunta di Confindustria - sappiamo che devono essere risolti rapidamente senza creare problemi al Paese, ma ci devono essere le condizioni, prima fra tutte l'accelerazione della revisione dell'accordo di luglio». L'intervento di D'Alema sulla necessità di chiudere i contratti è invece apprezzato dai segretari generali di Fiom, Firn e Uihn che restano tuttavia preoccupati per l'atteggiamento «attendista» degli industriali. Non è possibile - affermano - rivendicare l'autonomia contrattuale per poi dire «no» a tutte le richieste e non volere in sostanza fare l'accordo. «Ha ragione D'Alema - dice il""numero 1" della Fiom-Cgil, Claudio Sabattini - quando sostiene la necessità di chiudere rapidamente i contratti. Per l'accordo però bisogna essere in due e gli industriali non hanno ancora deciso di farlo. Fossa - prosegue - vorrebbe l'eUminazione di un livello contrattuale e questo è impossibile. La loro indisponibilità a trattare si capisce dal fatto che non hanno ancora dato una valutazione nel dettaglio della piattaforma. Per ora hanno detto di no a tutto e in questo modo il contratto non si fa». Per il segretario generale della Fim-Cisl, Pierpaolo Baretta, è positivo l'invito di D'Alema a fare i contratti ma per l'accordo bisogna rimuovere ostacoli «soprattutto politici» posti dagli industriali. «Dobbiamo cercare - conclude - di chiudere i contratti entro Natale, con il nuovo patto sociale». Opportuno l'intervento di D'Alema anche per il leader della Uilm, Luigi Angeletti: «Per il contratto - dice bisogna discutere di merito e per i metalmeccanici l'ostacolo non è questo ma l'atteggiamento di Federmeccanicà sulle regole». Francesco Bullo Giorgio Fossa
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