Fondazioni, più vicina la licenza di vendere
Fondazioni, più vicina la licenza di vendere Il ddl passa in commissione al Senato Fondazioni, più vicina la licenza di vendere «Sì a partecipazioni nelle banche ma non con la maggioranza assoluta» MILANO. Altro passo avanti per il decreto delegato sulle «fondazioni bancarie» che, dopo l'approvazione avvenuta ieri da parte della commissione Finanze del Senato, potrebbe approdare all'aula di Palazzo Madama mercoledì 11 novembre. In tal senso dovrebbe decidere la prossima riunione dei capigruppo, se non ci saranno obiezioni da parte dell'opposizione. Il disegno di legge è passato in commissione Senato a larga maggioranza, con il voto contrario della Lega e con la riserva del senatore dei Comunisti Renato Albertini, che farà conoscere solo in aula il proprio orientamento. Dopo il sì del Senato il testo dovrà comunque tornare alla Camera perchè ha subito delle modifiche. Ma, come sottolinea il relatore, ossia il sentare diessino Gavino Angius, la nuova impostazione potrebbe essere mantenuta alla Camera. «Non abbiamo stravolto il lavoro della Camera - spiega infatti Angius - Abbiamo solo aggiunto delle integrazioni ritenute utili al fine del rafforzamento del dispositivo del provvedimento stesso». Se dunque l'iter al Senato sarà rapido, e anche la Camera approverà i ritocchi giudicandoli opportuni, presto avremo la legge che regolamenterà le Fondazioni, enti destinati a giocare nei prossimi anni, per la loro forza economea, un ruolo decisivo non solo nel riassetto del panorama bancario e industriale ma anche sul territorio. Il testo della commissione del Senato ha infatti inserito tra gli scopi delle Fondazioni Carlo Azeglio C mpi anche quello di «promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio». Ha viceversa respinto la proposta di affidare a fondi di investimento o gestori specializzati i proventi delle dismissione delle partecipazioni creditizie, e di vietare alla Fondazioni di assumere quote in nuclei stabili di società quotate. I due punti corretti dal testo di palazzo Madama riguardano l'articolo 4 che disciplina il regime fiscale dei trasferimenti delle partecipazioni bancarie, e quella dell'articolo 6 relativo al regime fiscale collegato alla possibilità delle Fondazioni di entrare nel capitale di Bankitalia. Per il primo punto, il testo della Camera prevede la perdita della qualifica di ente non commerciale e il venir meno delle agevolazioni connesse se, quattro anni dopo l'entrata in vigore della legge, la Fondazione avesse ancora posseduto una «partecipazione di controllo diretto o indiretto nell'azienda bancaria scorporata». II Senato corregge i termini «diretto o indiretto» sostituendolo con un norma del codice civile. E stabilisce che le Fondazioni potranno man tenere le partecipazioni nelle banche purché «non abbiano la maggioranza assoluta o siano in posizione dominan te». La seconda modifica sta bilisce che, per l'ingresso nel capitale di Bankitalia da par te di una Fondazione, il regi me fiscale sarà determinato dal governo «secondo criteri di neutralità fiscale», con un decreto ad hoc da emanarsi entro 150 giorni dalla approvazione della legge.[r. m.] Carlo Azeglio Ciampi
Persone citate: Angius, Carlo Azeglio Ciampi, Gavino Angius, Renato Albertini
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