Aids, un ragazzo convive col virus da sedici anni
Aids, un ragazzo convive col virus da sedici anni Primo caso in Italia Aids, un ragazzo convive col virus da sedici anni ROMA. Risiede nel Lazio, ha appena compiuto 16 anni e, da quand'è nato, convive con l'Aids. E' Stefano (è un nome di fantasia), ed il suo caso rappresenta un primato in Italia. E' infatti la prima volta che, nel nostro Paese, sottolineano dall'Anlaids, prima sieropositivo e poi malato di Aids raggiunge una sopravvivenza di 16 anni. Altri due casi si registrano solo negli Stati Uniti, dove il primato è registrato da due ragazzi di 17 e 18 anni malati dalla nascita. Stefano, che è seguito dall'immunologo e vicepresidente Anlaids Fernando Aiuti, è stato colpito dal virus Hiv alla nascita, contagiato dalla madre sieropositiva poi deceduta. «E' un evento eccezionale - commenta Aiuti perché nessuno in Italia vive da così lungo tempo con l'Aids». Tale risultato, secondo l'immunologo, è dovuto alle terapie antiretrovirali precoci ma anche alla «gran voglia di vivere del ragazzo», al quale è legato anche un altro «primato»: al momento della sua nascita non erano ancora disponibili farmaci per la terapia dei bambini. La madre, quindi, autorizzò l'equipe medica del Servizio speciale di immunologia clinica e allergologica del Policlinico Umberto I di Roma, diretto dal prof. Aiuti, ad usare sul figlio i farmaci destinati agli adulti. Il primo caso in Europa. Le speranze di sopravvivenza, sia per adulti sia per bambini malati di Aids, oggi sono molto migliorate, ha sottolineato Aiuti, questo grazie all'utilizzo dei nuovi farmaci e terapie. Al momento, comunque, quello del sedicenne italiano, che dopo la morte della madre naturale è stato adottato da una nuova famiglia, è davvero un caso «straordinario». Il ragazzo è affetto da Aids conclamato da 8 anni ed anche questo è, allo stato attuale, un «record», dal momento che la sopravvivenza media finora registrata per la malattia conclamata è di circa 6 anni. «Mamma, se sapessi di avere l'Aids ne morirei». E' stata questa la frase più difficile che Antonietta, madre adottiva di Stefano, ha dovuto ascoltare da suo figlio. E Antonietta ha preferito raccontare una «bella bugia ad una brutta verità». Così Stefano dalla mamma ha saputo di soffrire di un'allergia di cui si può anche morire. Dice ancora la mamma che comunque Stefano conosce quasi a memoria gli opuscoli informativi dell'Aids del ministero della Sanità con le illustrazioni di Lupo Alberto. E avvolta da una «bugia» lo è stata anche lei, definita dall'Anlaids «madre coraggio». Quando nel 1984 lei e suo marito hanno adottato Stefano di appena 10 mesi, non potendo avere figli, non sapevano che fosse sieropositivo. Il bambino aveva frequenti febbri, racconta Antonietta, «ed allora decidemmo di fare una biopsia ascellare. Poi la terribile certezza: Hiv, il primo caso nella città dove viviamo». Per Antonietta è stato il «panico totale. Non mi sono subito resa conto della gravità della malattia perché allora se ne parlava ancora poco». Dopo la scoperta, altre difficoltà: «Mio marito se ne è andato quando Stefano aveva 10 anni. Mi sono fatta io carico di tutto. Ma oggi, ne sono felicissima». Ma ciò che proprio non si riesce a mandar giù, aggiunge, sono «le discriminazioni». A Stefano, racconta Antonietta, rimangono solo 2 amici, con cui si incontra di tanto in tanto. (Appena si ò saputo della malattia, in città ci hanno abbandonato quasi tutti - denuncia - c'è ancora una grande ignoranza e sono molti gli ex conoscenti che, incontrandomi per strada, cercano di evitarmi, perché hanno paura del contagio». Il prezzo forse più alto che Stefano ha dovuto pagare alla malattia è stato proprio l'isolamento dai coetanei: «Ha frequentato la scuola fino alla terza elementare - racconta Antonietta - poi, a causa del peggioramento delle sue condizioni fisiche, ha dovuto lasciare. Ma io non mi sono arresa. Ho continuato a fargli da insegnante e così Stefano ha potuto prendere la licenza media sostenendo gli esami a casa». Stefano sa di essere stato adottato ma preferisce non parlarne, dice che la mamma è la sua «forza». Ha tante passioni, dalla musica al cinema, ed è riuscito ad incontrare Renato Zero, Dario Argento, Madre Teresa e Michael Jackson. Gli piace tanto viaggiare e, nel cassetto, ha un desiderio: fare un viaggio, «di quelli lunghi, in aereo, fino in America». (Ansa)
Persone citate: Dario Argento, Fernando Aiuti, Lupo Alberto, Madre Teresa, Michael Jackson, Renato Zero, Umberto I
Luoghi citati: Europa, Italia, Lazio, Roma, Stati Uniti
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