«Nasce l'occhio bionico» di Fabio Galvano

«Nasce l'occhio bionico» Test in Usa su un uomo cieco da 15 anni: avrebbe distinto un raggio di luce L'OCCHIO BIONICO l «Nasce l'occhio bionico» Torna a vedere con un chip nella retina LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' nato l'occhio bionico; e un uomo, cieco da 15 anni, è riuscito a vedere per la prima volta un raggio di luce, poi una lettera dell'alfabeto. Entro cinque anni la tecnica, di cui dà notizia la rivista «New Scientist», potrebbe cambiare la vita a migliaia di persone. I primi risultati sono incoraggianti, anche se per motivi etici - si ignora se un microchip impiantato nel bulbo oculare possa provocare disturbi a lungo termine - i 15 esperimenti finora eseguiti sono durati al massimo 45 minuti. «Ma è stato come schiacciare un interruttore e accendere la luce», ha detto Harold Churchey, 71 anni, primo uomo dotato di occhio bionico: «Una meraviglia, vedere la luce dopo tanto tempo. Era azzurra». Gli esperimenti portano la firma del professor Mark Humayun, che guida un'equipe di ricercatori al Johns Hopkins Hospital di Baltimora, nel Maryland. Entro cinque anni, egli afferma, l'occhio bionico sarà talmente perfezionato da iden¬ tificare profili di edifici, oggetti, persone. «Darà una visione egli afferma - sufficiente perlomeno a muoversi per strada e forse anche a leggere testi: purché siano stampati, come quelli per i bambini, in grandi caratteri». Il sistema è molto complesso e si basa su un microchip quadrato con lati di due millimetri, su cui sono fìssati 25 elettrodi (ma è già allo studio una versione con 100 elettrodi), che viene fissato in fondo al bulbo oculare, davanti al nervo ottico al quale quella minuscola piastrina è collegata. Il paziente deve portare occhiali speciali, sulla cui lente è fissata una minuscola telecamera con batteria incorporata, larga pochi millimetri. Il segnale televisivo viene trasmesso attraverso la pupilla e raggiunge il microchip, i cui elettrodi riconoscono la forma e trasmettono le relative coordinate al nervo ottico e quindi al cervello. E' un sistema ibrido, insomma, per metà umano e per metà elettronico. «Uno dei nostri maggiori ostacoli - spiega il professor Humayun - è stato di creare elettrodi in grado di mimare il tipo di impulso che il tessuto biologico è in grado di ricevere, comprendere e trasmettere. Questo singolo problema ha richiesto otto anni di ricerche». La tecnica è agli albori: ma, come dice il suo pioniere, «restituire la vista è come il sacro Graal della ricerca ottica». Non tutti i non vedenti possono essere assistiti; non con le conoscenze scientifiche d'oggi. Per il momento, infatti, l'occhio bionico può essere la risposta per chi ha soltanto la retina fuo¬ ri uso, ma il resto del sistema ottico funzionante (e cioò il 10 per cento degli infermi). Il microchip, insomma, sostituisce la retina; ma non le altre parti dell'occhio. Non ancora. E soprattutto, avverte il professor Humayun, non si creda che quel marchingegno non sia visibile al prossimo. Per quanto piccola, la telecamera sugli occhiali rivela tutto. «Mi hanno fatto vedere la lettera H», racconta Churchey, il primo vedente bionico: «All'inizio avevo qualche difficoltà a decifrare la parte bassa, quindi credevo che si trattasse di una U. Ma poi è stato tutto chiarissimo». La risoluzione, per ora, non è delle migliori, ma i progressi sono continui. «Alcuni dei miei pazienti - spiega Humayun - non vedono da trenta o quarant'anni. All'inizio stentano a riconoscere le forme. Ma appena il loro cervello riesce a decifrare il primo puntino, tutto il resto viene abbastanza rapidamente». Fabio Galvano Il paziente: ho anche riconosciuto una lettera dell'alfabeto I medici: ci servono però anni per perfezionare la tecnica L'OCCHIO BIONICO jfjji ti microchip di 2 millimetri quadrali (e dotato di 25 elettrodi) è inserito nella retina e capta le immagini IH Nel grafico è illustrato il funzionamento dell'occhio bionico sperimentato da un'equipe di ricercatori di un ospedale di Baltimora

Persone citate: Harold Churchey, Humayun, Johns Hopkins, Mark Humayun

Luoghi citati: Baltimora, Londra, Maryland, Usa