«Cinque milioni per la sanatoria»

«Cinque milioni per la sanatoria» La denuncia mentre continua la corsa degli immigrati al timbro: file e resse dall'alba davanti alle questure «Cinque milioni per la sanatoria» Il Forum: datori di lavoro si fanno pagare le carte ROMA DALLA REDAZIONE La giornata di ieri è trascorsa, per migliaia di immigrati, davanti agli uffici delle questure, nelle code della speranza. In alcune città, dove ^organizzazione ha mostrato molte pecche, anche tra confusione e malori. A Milano si è scatenata la reazione degli italiani residenti, stremati dai bivacchi sui marciapiedi vicini alla caserma di periferia dove la questura ha organizzato gli sportelli per la regolarizzazione. A Torino, Bologna, Vicenza, Brescia è stato necessario l'intervento di polizia e Croce Rossa, per placare gli animi, comporre le fila e soccorrere i tanti colpiti da malore. A Napoli e Bari, invece, situazione tranquilla. A Milano, dove gli stranieri in coda erano alcune migliaia, Rifondazione ha chiesto un incontro col questore per fare in modo che «nei prossimi giorni siano garantiti un numero superiore di sportelli e condizioni logistiche decenti per chi si vede costretto a lunghi periodi di attesa». Immigrati in fila per regolarizzarsi o per «sanarsi»? Dipende dai punti di vista. «Non la chiamo sanatoria ma regolarizzazione mirata su criteri selettivi, vediamo quali esiti si avranno», afferma l'ex ministro dell'Interno, Napolitano, per il quale «il numero di coloro che potranno ricevere la regolarizzazione nei prossimi mesi non è prevedibile». Per l'ex ministro della Giustizia ora nella consulta per l'integrazione, Martelli, padre della prima legge del '90 e della prima sanatoria, è «regolarizzazione da parte di chi la promuove e sanatoria da parte di chi ne usufruisce. La prima guarda verso il futuro, la seconda è rivolta al passato per ricucire un conflitto. Il punto è distinguere meglio gli irregolari dai clandestini e riservare un trattamento più severo per questi ultimi». Sulle code alle questure risponde il sottosegretario all'Interno, Smisi: «Nessuna scommessa a chi arriva prima ma questione di merito». Le carte necessarie per ottenere la sanatoria hanno comunque già un prezzo. A denunciarlo è la presidente del Forum delle comunità straniere in Italia, Loretta Caponi. «Succedeva da tempo - ha spiegato ma i prezzi ora sono cresciuti: durante la sanatoria Dini per convincere un datore di lavoro ad accompagnare in questura un immigrato bastavano 3 milioni, ora ne servono cinque». Il «prezziario», chiarisce la Caponi, riguarda i lavoratori occasionali: «Perchè per un collaborato- re domestico è più facile ma per quelli che lavorano per gli artigiani o per i piccoli imprenditori è molto più difficile riuscire a coinvolgere il datore di lavoro nella necessaria trafila burocratica, e nell'assunzione di responsabilità. E la corsa alla regolarizzazione non farà che peggiorare le cose». Per gran parte degli stranieri, la partenza dal luogo d'origine ha il significato di una fuga dalla morte. E a queste persone l'Italia riconosce lo status di rifugiato politico, previsto dalla Convenzione di Ginevra. Ieri a Palazzo Madama è stato approvato, in prima lettura, il disegno di legge presentato in Senato un an¬ no fa. Il relatore Guerzoni (Ds) si augura che la Camera dia l'approvazione definitiva in tempi rapidi. Ma per la senatrice Pasquali di Alleanza nazionale si è «voluto allargare e stravolgere il diritto d'asilo in quanto l'asilo socio-politico equivale a una immigrazione illimitata e incontrollata». Perplessità anche da parte della Lega. In Italia vivono 20 mila stranieri perseguitati in patria, in Francia sono 500 mila, in Germania 900 mila. In Italia potrà godere di asilo lo straniero in pericolo di vita o privato delle libertà democratiche: dovrà affrontare un esame, fino alla risposta resterà in un centro sorvegliato dalla polizia. Il Senato approva il diritto d'asilo: lo si ottiene dopo un pre-esame An e Lega all'attacco Anche ieri lunghe code di immigrati alle questure per avere i permessi

Persone citate: Caponi, Dini, Guerzoni, Loretta Caponi, Napolitano