«Via l'Aeronautica dalla Reggia»

«Via l'Aeronautica dalla Reggia» Il ministro Melandri: consideriamo l'abbandono della scuola sottufficiali. Scognamiglio: avverrà al più presto «Via l'Aeronautica dalla Reggia» Caserta, dopo l'incendio arriva la polemica CASERTA DAL NOSTRO INVIATO Dopo l'incendio divampa la polemica. Dapprima strisciante, infine violenta come le fiamme che l'altra notte hanno avvolto i sottotetti dell'ala Sud-Ovest della Reggia, quella occupata dalla scuola allievi sottufficiali dell'Aeronautica. Che senso ha la presenza dei militari in questa Versailles italiana, dichiarata dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità e divenuta ormai una tappa obbligata del turismo mondiale? Se lo chiedono il sovrintendente ai beni architettonici e il sindaco di Caserta. Se lo chiedono stupiti anche i visitatori che di buon mattino affollano gli appartamenti reali, come quella matura signora giapponese che sorride e fa le spallucce come a dire: «Strano Paese il vostro, inutile tentare di capirlo». Mentre i vigili del fuoco, poliziotti e carabinieri indagano per scoprire la causa del rogo che ha distrutto 500 metri quadri di sottotetto e provocato darmi per due miliardi e 200 milioni, c'è già chi intona il de profundis per l'Aeronautica. A cominciare dal ministro per i Beni Culturali, Giovanna Melandri, che in Senato ha parlato di una «necessaria verifica della compatibilità fra le esigenze del monumento e quelle della Difesa, considerando anche l'abbandono dei locali da parte della scuola sottufficiali». Si spinge oltre il sottosegretario alla Ricerca Scientifica, Luciano Guerzoni. «Quelle di oggi sono lacrime di coccodrillo - dice -. Più di un anno fa è stato firmato un protocollo d'intesa per trasferire 12 alloggi degli ufficiali dalla Reggia e fare così posto ad alcune strutture universitarie. Ma l'accordo sottoscritto da cinque ministeri, dal Comune di Caserta e dalla seconda Università di Napoli è rimasto solo sulla carta». «La scuola dell'Aeronautica la- scerà il palazzo al più presto», promette il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio. Insorge anche Italia Nostra, che ricorda l'inserimento del Palazzo Reale nel patrimonio mondiale del'umanità: «Da oltre un anno chiediamo ai ministeri della Difesa e dei Beni Culturali di mantenere l'impegno, comune a tutti i Paesi membri dell'Unesco, di astenersi dall'uso dei monumenti a scopo militare». E c'è poi chi ricorda che a Capua, non lontano da qui, è stata realizzata una megastruttura costata 250 miliardi, che attende solo di essere occupata dall'Aeronautica». «No ai militari nella Reggia», gridano i Verdi, e aggiungono che «l'incendio sarebbe stato evitato se la scuola sottufficiali fosse stata trasferita». Ma il capo di Stato Maggiore, generale Mario Arpino, risponde a muso duro: «Siamo da 72 anni nella Reggia di Caserta. Se dobbiamo andarcene ce ne andremo, ma vorrei che a deciderlo fosse la gente. La scuola sottufficiali significa 2500 persone sul territorio, se consideriamo anche le famiglie degli allievi: mi pare sia un indotto notevole». I militari si difendono spiegando che, se non fossero intervenuti mercoledì sera e non avessero dato subito l'allarme ai vigili del fuoco, a quest'ora la Reggia sarebbe un cumulo di macerie. E in qualche modo i vigili del fuoco sembrano dare loro ragione. Il comandante provinciale, Mario Scarani, dice l'incendio è stato domato solo grazie all'impianto antincendio installato dai militari sul tetto del palazzo. Poi azzarda due ipotesi sulle cause dell'incendio. La prima: le fiamme si sarebbero sprigionate in seguito ad un corto circuito alla centralina in una camerata dove sono in corso lavori di adeguamento alle norme Cee dell'impianto elettrico. La seconda: uno degli operai che hanno lasciato l'edificio poco prima del rogo potrebbe avere buttato inavvertitamente un mozzicone di sigaretta acceso su alcuni materassi accatastati in un angolo. «Di solito credo poco al corto circuito», commenta il comandante dei vigili del fuoco, che racconta come lui e i suoi uomini sono riusciti a salvare la Reggia dal disastro: «Quando siamo arrivati sembrava proprio che dovesse accadere il peggio: visto da fuori l'incendio sembrava aumentato da più focolai. Una volta entrati, però, ci siamo accorti che le fiamme erano piuttosto circoscritte. Il problema principale era il tetto: se il fuoco avesse attaccato le strutture in legno, il danno sarebbe stato molto più consistente. A quel punto abbiamo scelto di intervenire dall'alto: abbiamo sollevato le tegole e pompato l'acqua utilizzando l'impianto realizzato dai militari», I vigili fanno un bilancio particolareggiato dei danni che avrebbero potuto essere molto più gravi. Le camerate semidistrutte dalle fiamme sono 10, per un fronte di 50 metri. Sulle volte affrescate degli uffici della sovrintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici, che si trovano al piano inferiore, sono comparse macchie di umidità provocate da ^filtrazioni d'acqua. Protestano il sindaco la soprintendenza e Italia Nostra I danni ammontano a oltre due miliardi La replica del capo di Stato maggiore «Deve essere la gente a dire se ce ne dobbiamo andare» La Reggia di Caserta sfregiata dal fuoco. Nell'altra foto una fase dell'opera di spegnimento , „ In. basso il ministro Melandri

Persone citate: Carlo Scognamiglio, Giovanna Melandri, Luciano Guerzoni, Mario Arpino, Mario Scarani, Melandri, Scognamiglio

Luoghi citati: Capua, Caserta, Comune Di Caserta, Italia, Napoli