Sos da Mosca: mandate cibo

Sos da Mosca: mandate cibo Le riserve ridotte a due settimane. Salta all'ultimo minuto la cerimonia per la donazione di grano e crediti Sos da Mosca: mandate cibo Ma una lite fiscale blocca gli aiuti Usa NEW YORK NOSTRO SERVIZIO La Russia è alla fame e chiede aiuto agli Stati Uniti e all'Europa. Le scorte di cibo, è stato annunciato a Mosca, si sono ridotte a due settimane, se non si corre subito ai ripari l'inverno oramai alle soglie potrebbe comportare sconvolgimenti al di là di ogni immaginazione. Gli Stati Uniti - sempre in base alla solita considerazione che alla Russia, con le sue 30.000 testate nucleari, non può essere consentito di crollare - hanno subito risposto e per ieri sera era prevista una «cerimonia» (il rituale evidentemente va sempre rispettato) per la firma dell'accordo raggiunto. Questo consiste nella donazione di un milione e mezzo di tonnellate di grano americano e in un credito di 600 milioni di dollari per l'acquisto negli Stati Uniti di una quantità equivalente di prodotti alimentari vari. Ma all'ultimo minuto la cerimonia è saltata: gli Usa pretendevano l'esenzione fiscale per gli aiuti umanitari e Mosca ha risposto no. Non è ancora chiaro, inoltre, se ci sarà una risposta da parte dell'Unione Europea e in che consisterà, eventualmente, la sua partecipazione al «salvataggio». A Bruxelles dicono che non possono prendere nessuna decisione finché la richiesta di aiuto non sarà «formalizzata» dal governo di Mosca, ma già molti protestano perché questa lentezza burocratica rischia di far perdere alla stessa economia europea una buona opportunità: quella di «liberarsi» delle eccedenze di prodotti agricoli che hanno contribuito a deprimere il loro prezzo. Ma oltre a lanciare il suo al- lamie alimentare il governo di Mosca ha anche fatto presente che non riuscirà a pagare i suoi debiti che scadono alla fine di quest'anno, né quelli dell'anno prossimo, e sarà dunque necessaria una «rinegoziazione». Per la fine di quest'anno la Russia deve ai suoi creditori, Stati e privati, circa 3 miliardi di dollari. E alla fine del 1999 la somma dovuta sarà addirittura di 17 miliardi di dollari. L'idea che non sarebbe stata in grado di pagarli serpeggiava già da tempo, ma il primo ministro Primakov aveva più volte detto che stava cercando il modo di pagare e che non aveva perduto le speranze di trovarlo. Ora quelle speranze le ha evidentemente perdute e la richiesta di rinegoziare quel debito è diventata ufficiale. Da parte americana non c'è stata reazione formale a quell'annuncio, ma i soliti funzionari anonimi della Casa Bianca hanno detto che ia «tempestiva onestà» di Primakov è da apprezzare. Se infatti la Russia avesse semplicemente lasciato arrivare la scadenza del 31 dicembre senza pagare il suo debito avrebbe di fatto dichiarato la propria impossibilità di ricevere ulteriori prestiti per un lungo periodo. Questo naturalmente non significa, dicono ancora a Washington, che i prestiti di cui Mosca avrà ancora bisogno arriveranno facilmente, visto che la politica di privatizzazioni «rallentate» inaugurata da Primakov è stata apertamente criticata dal Fondo monetario internazionale che la considera «un passo indietro». Ma quantomeno una possibilità di dialogo resterà aperta. Per quanto riguarda il terrore delle testate nucleari che nella confusione russa di questo periodo potrebbero finire chissà dove, ieri è stato annunciato che un gruppo di controllori di frontiera russi verranno addestrati negli Stati Uniti a «identificare meglio» i possibili contrabbandieri di materiale nucleare. Andranno nel laboratorio di Pasco, nello Stato di Washington, dove vengono addestrati i controllori americani. Viaggio e soggiorno sarà pagato da Washington. Franco Pantarelli Il governo russo annuncia che non è in grado di pagare i debiti né quest'anno né il prossimo Una immagine della crisi russa Nonostante le misure adottate da Primakov e la conferma del sostegno internazionale la povertà sta dilagando e si corre il rischio di una esplosione sociale che potrebbe travolgere le fragili strutture democratiche

Persone citate: Franco Pantarelli, Pasco, Primakov