Udr, pronti i ribaltoni nelle regioni di Guido Tiberga
Udr, pronti i ribaltoni nelle regioni Udr, pronti i ribaltoni nelle regioni Il Sud verso la virata: dal Polo al centrosinistra AL ribaltino, al ribaltino. Oggi Clemente Mastella e Rocco Buttiglione incontreranno a Roma i rappresentanti dell'Udr delle regioni meridionali a rischio di crisi: Calabria, Sicilia, Campania, Puglia. Quattro regioni in mano al Polo che potrebbero ritrovarsi governate dal centrosinistra, se gli uomini di Cossiga ripetessero in periferia quello che hanno fatto a Roma. «Non ci saranno ukase - assicura il presidente filosofo -. Noi siamo un partito federalista e non imponiamo nulla agli enti locali. Però...». Mastella, il segretario, è più prudente: «Ne parliamo sabato dice in serata -. Prima devo incontrare i miei...». Nel pomeriggio, però, anche lui era stato chiarissimo: «La campagna denigratoria del Polo e le monetine che ci hanno tirato i deputati del centrodestra a Montecitorio peseranno anche a livello locale minacciava -. Non è obbligatorio che le giunte regionali si conformino alla maggioranza del governo D'Alema: le cose non devono essere fatte con la carta carbone. Però...». Due «però» che portano alla stessa conclusione: Ds, Ppi e Udr stanno mettendo a punto una strategia per dar vita a giunte di centrosinistra in Calabria e Sicilia. E dal risultato di queste trattative potrebbero esserci novità anche in Puglia e in Campania, dove la giunta di Antonio Rastrelli - dice Mastella - «stenta a sopravvivere». A sentire Buttiglione, è il Polo che cerca la rissa: «Continuano a denigrarci, a insultarci, a tentare in tutti i modi di cacciarci dalle giunte. Eppure io avevo dato un avviso tempestivo a Berlusconi e a Fini. Ero stato chiarissimo: o ci diamo una responsabilità in solido, oppure queste giunte non reggeranno a lungo. Non tollereremo altre provocazioni». Le monetine piovute a Montecitorio sui banchi dell'Udr pesano ancora. Buttiglione dice che le cose non sono legate: «Noi teniamo ben distinte le vicende politiche nazionali da quelle locali - spiega -. Per il Polo non è così: i nostri consiglieri devono subire di tutto, dagli insulti, alle umiliazioni. Questo è il frutto di una cultura del linciaggio, dei residui fasci¬ sti troppo a lungo repredi che l'altro giorno sono emersi con tripudio in Parlamento. Fini dovrebbe riflettere: la sua buona educazione non basta a coprire la canea urlante e malmo- stosa dei suoi uomini alla Camera. Si vergogni lui, visto che i suoi deputati non sono capaci di farlo...». Se non è una dichiarazione di guerra, poco ci manca. Mastella è sibillino: «Ho l'impressione che per il Polo ci sarà presto qualche nuovo problemino», dice con il sorriso stampato sul volto. Anche in Campania, patria di Mastella, dove l'Udr può contare su quattro assessori e dodici consiglieri regionali, più che sufficienti per condurre in porto il cambio della guardia in giunta. Non a caso, in una intervista al «Mattino» di Napoli, Ciriaco De Mita ha scoperto le carte: «Un ribaltone in Campa¬ nia non sarebbe affatto immorale», ha detto l'esponente del Ppi, invitando di fatto il partito di Cossiga a fare il salto di maggioranza. Nel piano dell'Udr ci sarebbe anche un tentativo di rinviare le elezioni amministrative. Ieri il capogruppo dei cossighiani a Palazzo Madama, Roberto Napoli, ha chiesto lo spostamento a novembre '99 del voto previsto per il prossimo maggio, per «evitare l'ingorgo elettorale con le europee e il possibile referendum». Secca la replica di Forza Italia: «Capisco che l'Udr abbia il terrore di doversi sottoporre al giudizio degli elettori ribatte il coordinatore degli az¬ zurri Claudio Scajola - ma arrivare a proporre di rinviare le elezioni è sconcertante e inquietante. Separare le elezioni amministrative da quelle europee significa raddoppiare i costi senza nessuna valida ragione. Il fatto che gli amici dell'onorevole Mastella siano abituati a prendere in giro gli elettori non significa che possano pretendere di cambiare le regole, né di sprecare per questo decine di miliardi di denaro pubblico. Nessun ingorgo elettorale, quanto piuttosto il sospetto che dopo aver negato agli italiani il voto politico si voglia impedire agli elettori di esprimersi anche nelle amministra¬ tive...». Il commento di Buttiglione è sorprendente: «Questi signori dovrebbero tenere a mente che se sono in Parlamento lo devono ai nostri voti - dice -. Lo so bene che loro dicono lo stesso di noi, insultandoci e urlandoci traditori. Ma dimenticano che i nostri elettori hanno votato per i loro candidati: centinaia di deputati del Polo sono stati eletti grazie ai nostri voti, che saranno magari pochi ma di sicuro sono stati determinanti. La loro poltrona la devono a noi, per questo la perderanno presto...». Guido Tiberga Clemente Mastella con Rocco Buttiglione
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