Forsythe balletto thriller di Luigi Rossi

Forsythe balletto thriller Alla Scala Forsythe balletto thriller MILANO. Forsythe autentico fatto dai suoi. La Scala, dopo aver rischiosamente tentato di produrne una copia con il proprio volonteroso corpo di ballo, ora ha beneficiato dell'apporto del Ballet Frankfurt, autentico depositario del verbo del grande coreografo americano fin dal 1984. Una serata importante che ha presentato due balletti sostanzialmente astratti racchiudenti una singolare composizione come «Enemy in the Figure», definito addirittura «thriller coreografico». E' significativo che quest'ultimo sia anche il più vecchio tra i titoli presentati (è dal 1989) e rappresenti un momento di scatenata nevrosi commentata da battenti ritmi di rock di Thom Willems. Gli altri due balletti più recenti, «Hypothetical Stream 2» e «Quintett», sono invece improntati ad una malinconia sommessa e pudica, il secondo persino condotto sulla parafrasi di un canto religioso di un mendicante inglese effettuata da Cavin Bryars. Forse più debole «Hypothetical Stream», un ossessivo raggruppamento di assoli, duetti, terzetti e quartetti su una musica minimale di Stuart Dempster e Ingram Marhal frammentato con sincopi da cardiopalma. I venticinque minuti di durata rischiano di apparire eterni, senza neppure raggiungre il clima ipnotico solito di altre composizioni. Analogo procedimento di decostruzione viene impiegato in «Quintett» ove i cinque danzatori intrecciano movimenti geometrici tipici dell'«architetto» Forsythe. Ma il pessimismo estremo è significato qui da un piccolo segno, una botola che sembra indicare il desiderio di fuga da un mondo asfittico e senza speranza. «Enemy in the Figure» resta dunque la creazione di più immediato impatto per il non foltissimo pubblico della serata. Peccato la precarietà delle luci in palcoscenico, giustificata dalla contemporanea presenza di «Elisir d'amore», l'opera che alterna le recite con il Balletto di Francoforte, abbia un po' danneggiato l'atmosfera arcana con quel praticabile ondulato che divide la scena e l'inquietante corda bianca che la percorre come un serpente. Ancora Thom Williems si incarica di aumentare la tensione con suoni laceranti di sirene e rumori mozzafiato. E poi ombre misteriose si proiettano sui fondali e i danzatori tedeschi si scatenano in incredibili virtuosismi. Il balletto di Francoforte, anche se non nuovo in Italia (a giorni tornerà ancora al Romolo Valli di Reggio Emilia) ha confermato il suo alto livello di preparazione nel tradurre il post-moderno di Forsythe che nulla rinnega delle sue radici accademiche. Questo singolare artista ha realizzato totalmente il paradosso di declinare tradizione, tanto da venire considerato erede di Balanchine, ed eversione, in una incredibile ed efficace sintesi. Luigi Rossi

Luoghi citati: Francoforte, Frankfurt, Italia, Milano, Reggio Emilia