La Borsa promuove l'Olivelli

La Borsa promuove l'Olivelli Wall Street applaude al successo di Clinton alle urne, il Mibtel guadagna quasi 3 punti La Borsa promuove l'Olivelli La scossa dall'ingresso della cordata-Beli MILANO. Tutti soddisfatti, ovviamente. Ma un signore in particolare, Roberto Colaninno, uomo schivo, manager apprezzato, da ieri (ufficialmente) anche socio della sua Olivetti: «Sono soddisfatto - dice - perché la Borsa ha confermato la bontà dell'operazione Bell, da oggi c'è uno stimolo in più a fare ancora di più». La sua scommessa, niente affatto azzardata, è stata quella di far da boa a una cordata di imprenditori del ricco Nord-Est, gente dai cognomi noti come Lucchini (figlio) e Gnutti, gente dai cognomi meno noti (Lonati, Marinelli, Bossini, Bertoli, Consoli, Moreschi, Pacchioni, Martini, Bergeri che insieme a un paio di banche ricche e famose (Antonveneta e Interbanca oltre alla Chase Manhattan) hanno «scalato» l'Olivetti fino a conquistare con la Bell l'8% (con l'intenzione di salire al 10%) che è quota di maggioranza relativa. Operazione, ha spiegato Colaninno, fatta in sintonia con i tedeschi di Mannesmann che a febbraio saliranno secondo le intese al 49% in Oliman (Omnitel) e che ieri da Duesseldorf hanno fatto sapere: «Apprezziamo la presenza del nuovo azionista Bell nel capitale Olivetti e pensiamo di continuare a cooperare». Strategie confermate, dunque, e un consigliere in più in Olivetti: sarà Emilio Gnutti, un bresciano per conto della Bell. C'era da aspettarselo, riconoscono, soddisfatti pure loro, gli uomini di Piazza Affari. In Borsa l'Olivetti, il giorno dopo l'annuncio dell'acquisto del'8% di capitale da parte della cordata riunita attorno alla Bell, ha fatto scintille con qualcosa come 94 milioni di azioni passate di mano: partito a razzo (più 4% di colpo) il titolo ha oscillato a lungo tra un più 2% e un più 3% fino a ridimensionarsi in chiusura a un più 0,44% a cause di molte prese di beneficio C'era da aspettarselo, insistono in Piazza Affari. Anche perché, aggiungono gli analisti più attenti da un po' di tempo in qua sta sue cedendo in Borsa l'impensabile: società blasonate, nomi nobili co me Olivetti, Snia, Falck, jhe non solo si dimostrano scalabili ma lo sono davvero. E figuratevi l'entusiasmo dei teorici del mercato aperto: è la prova, dicono, che il capitalismo italiano ha imboccato una strada nuova, che è più vicino ai modelli anglosassoni, ai miti delle public company che la Borsa considera più dinamici dei modelli familiari finora imperanti. Si infiamma, la Borsa, e Piazza Affari comincia a riconoscere come propri eroi nomi nuovi, i Giribaldi e Valetto della Snia, i bresciani e i mantovani della cordata ColaninnoGnutti in Olivetti, i Tassara che salgono giorno dopo giorno di più nel capitale Falck. Un movimento che fa proseliti, che accende i riflettori su molti titoli, che riporta al centro dell'interesse del mercato un po' tutto il settore industriale: corre la Fiat (+4,39%) sulla quale da qualche giorno Piazza Affari scommette per via delle solite voci su possibili alleanze internazionali e che ieri, dopo l'indiscrezione anticipata da un quotidiano su una parte del reddito che il presidente Paolo Fresco ha voluto agganciare all'andamento del titolo in Borsa, è stata spinta ancor più su dalla «scommessa Fresco», come l'hanno subito definita in Piazza Affari. Fiat sugli scudi ma anche Montedison +7,88%), Montedison ma anche Edison ( + 5,54), Edison ma anche Merloni (+12,5%), Merloni ma anche Sorin (+5,23%) e Caffaro (+5,52%). Ogni rimbalzo, ogni recupero ha spiegazioni molto concrete, dalla rottamazione che verrà (frigoriferi) al settore energia che spera nella liberalizzazione e nella privatizzazione dell'Enel. Ma certo anche il buon andamento generale dei mercati ha la sua parte di merito. Prendete ieri: dopo la tenuta dei democratici negli Usa e l'empeachment di Clinton che s'allontana, Wall Street ha tirato un sospirane di sollievo, il dollaro si è ripreso e le Borse asiatiche, da parte loro, hanno addirittura fatto gli straordinari con Tokyo in volo (+4,12%) grazie anche alla Morgan Stanley che ha deciso di aumentare i propri investimenti in Giappone definito senza mezzi termine «il prossimo ottimo affare». Inevitabile, a questo punto, che le Borse europee, Piazza Affari compresa, si adeguassero al rialzo collettivo immaginando, se possibile, nuovi ritocchi in basso dei tassi: oggi potrebbe essere la volta della Banca d'Inghilterra (con gran gioia della City), difficilmente potrebbe essere il giorno della Bundesbank, e poi, chissà, forse tra qualche settimana, la Banca d'Italia potrebbe fare l'ultimo passettino per edeguare il nostro tasso di sconto ai livelli Euro di Francia e Germania. Euforia che trascina in alto Londra, Parigi, che spinge Piazza Affari su del 2,99% con oltre 3.400 miliardi di scambi. Armando Zeni ìjIjIjìjìjIjL CHI COMANDA A IVREA 15,78% (INGRUPPO IgflOPA, CHASE, ANYONVEMETA, INTERBAIICA, PRISMA 46,02% % BEH MANNESMANN 8,02%* 2,24% «2,S% 37,5%** OLIMAN |40% OMNBTEL 100% INFOSTRADA (*) Quota destinata a salire al 10% (**) Quota destinata a salire al 49,9% Roberto Colaninno, manager e azionista della nuova Olivetti

Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Ivrea, Londra, Milano, Parigi, Tokyo, Usa