Dai Bot ai Fondi con qualche brivido di Glauco Maggi

Dai Bot ai Fondi con qualche brivido F TUTTOSOLDI =1 Dai Bot ai Fondi con qualche brivido Tuttosoldi riceve molte lettere dai lettori. Molte riguardano titoli di stato e Fondi. Una ci arriva dalla vicina Svizzera. Dice: «Sono un emigrante residente in Svizzera, età 75 anni. Avevo qualche risparmio in Bot, ma man mano che scadevano l'addetto dell'ufficio titoli della mia banca italiana mi ha consigliato il fondo Arca RR. Cosa ne pensa?». E' firmata M.G. (BuelachSvrzzera)» IL pensionato patriota che risiede in Svizzera ma resta fedele al debito pubblico del suo Paese merita una risposta di metodo e una di merito. La prima: il «consiglio» è stato accompagnato da una presentazione dei fondi comuni in generale? E' stato cioè spiegato che, mentre i Bot garantiscono un rendimento fisso, predeterminato, non danno cedole, scadono dopo 3, 6 o 12 mesi, sono quotati in Borsa e non entrano nell'asse ereditario, i fondi hanno le seguenti caratteristiche? Anzitutto, non hanno scadenza e fanno pagare imposte di successione agli eredi se muore l'intestatario; inoltre, possono essere riscattati in ogni momento (rimborso in 15 giorni al massimo) e dare cedole periodiche; e infine, ma è l'aspetto cruciale, non garantiscono alcun rendimento certo. Hanno, infatti, una componente di rischio che è in relazione sia con l'andamento delle diverse categorie di titoli inseriti nei vari portafogli sia con la professionalità dei gestori: ciò che si materializza agli occhi dei risparmiatori nella variabilità giornaliera della quota. Se, tornando al consiglio di dare l'addio ai Bot, tutto ciò non è stato illustrato al lettore in occasione della (peraltro obbligatoria) consegna del prospetto informativo al momento della sottoscrizione, partiamo male: la consulenza della banca sa rebbe stata comunque gravemente carente. Se sì, pas . siamo al merito, esaminando Arca RR. E' un fondo che ha 15 anni di vita e quasi 20 mi la miliardi di patrimonio. Ha distribuito finora due cedole semestrali all'anno, dal 1999 ne darà una sola annuale Della famiglia dei fondi obbligazionari italiani che fanno capo ad Arca, società di gestione tra le più anziane sul mercato promossa da un gruppo di banche popolari, Arca RR ha il portafoglio più «a rischio»: appartiene infatti alla categoria degli obbli gazionari specializzati Italia, che possono investire solo in titoli a reddito fisso (nazio nali e anche esteri, malgrado il nome), ma con scadenze anche lunghe o lunghissime I Mentre sono quasi assenti i I Bot (0,3% del patrimonio), ci sono obbligazioni estere per il 9%, Btp '99-2001 per il 31%, e soprattutto Btp 2002-2005 per il 22% e Btp 2006 e oltre per il 10%. L'esposizione particolareggiata delle- obbligazioni presenti nel mix di Arca RR non è un dettàgliótécnico ma la sostanza della questione. Passale dai Bot ad Arca RR significa infatti ampliare molto l'esposizione al rischio, positivo o negativo, implicito nei titoli in valuta e in quelli a lungo e con rendimento fisso. Un eventuale rialzo futuro dei tassi abbasserebbe il valore dei Btp lunghi e penalizzerebbe la quotazione del fondo; idem, farebbe una rivalutazione della lira nei confronti dei titoli in valuta. Ovviamente, ipotesi contrarie darebbero esiti opposti, ma si comprende facilmente come sia molto difficile azzeccare previsioni di tendenza più si allungano le durate nella vita delle obbligazioni: in gergo, i gestori parlano di «duration», termine in cui può capitare si imbatta anche il comune risparmiatore che sfoglia i depliant informativi per la clientela. Proprio da quelli avuti da Arca, rileviamo una durata media pari a 3,74 per Arca RR, contro 1' 1,69 per Arca MM e lo 0,87 per Arca BT (entrambi obbligazionari specializzati a breve termine). Dei due, il secondo ha il 30% di Bot, non ha Btp oltre il 2001, né titoli esteri: di qui la più bassa variabilità della quota e la maggiore «somiglianza» con l'impiego in Bot. Ovviamente, a rischio più alto corrisponde (di norma) un maggior rendimento: anche se le performance passate non danno alcuna garanzia di ripetersi, così è stato per i tre fondi Arca considerati. A fine settembre Arca BT ha dato il 4,3% annuo, Arca MM il 5% e Arca RR l'8%. Se il nostro pensionato è d'accordo nel rischiare di più, ha fatto bene. Se no, può tornare ai Bot o passare al fondo Arca BT: non dovrà pagare spese di sottoscrizione né di uscita (non previste in alcun caso per i fondi Arca). Impossibile, invece, dire oggi che cosa è più conveniente tra i fondi obbligazionari e l'impiego diretto in titoli di Stato: la statistica sugU ultimi 5 anni dice che l'indice Bankitalia dei Bot e quello Generale hanno battuto l'intero sistema fondi. Ma il paragone è improprio: da una parte c'è la vita reale dei fondi, dall'altra l'andamento teorico, reinvestimenti compresi, dei titoli. Glauco Maggi gg» |

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