Autobomba nel cuore del Cremlino di Anna Zafesova
Autobomba nel cuore del Cremlino Misteriosi gli obiettivi dell'attentato, l'autista sarebbe un ultranazionalista Autobomba nel cuore del Cremlino Sotto l'ufficio di Eltsin MOSCA NOSTRO SERVIZIO Un'esplosione misteriosa in uno dei luoghi più conosciuti del mondo: la Piazza Rossa. Un'autobomba è scoppiata ieri sera direttamente sotto le mura del Cremlino, quasi sotto le finestre di Eltsin. Tre feriti, di cui uno grave, un monumento storico danneggiato e tanto mistero sulla natura dell'accaduto: incidente, attentato o l'atto assurdo di un disperato? Un dramma per ora enigmatico che e avvenuto nel luogo più storico di Mosca, sotto la torre Spasskaja del Cremlino, quella attraverso la quale entra il Presidente. A 50 metri c'è la cattedrale di San Basilio, a 100 il mausoleo di Lenin. Un posto sacrale per il potere russo e probabilmente anche quello più denso di servizi segreti di tutto il mondo. Ed è proprio qui che ieri alle 19,05 (ora di Mosca) e andata a sfracellarsi un'automobile piena eli esplosivo. I testimoni raccontano di un botto cosi potente che perfino il gigantesco albergo «Rossija», che si trova di fronte, ha tremato dalle fondamenta al tetto. La prima ipotesi della polizia, accorsa ovviamente subito sul posto, ò stata quella di un incidente: l'automobile, una modesta utilitaria Moskvich, vecchia di almeno 20 anni, avrebbe avuto nel bagagliaio una bombola di gas. Si è pensato anche all'eventualità di un regolamento di conti mafioso. Ma qualche minuto dopo i feriti - due uomini dei servizi di sicurezza del Cremlmo e un soldato del reggimento «presidenziale» - hanno raccontato come si erano svolti i fatti hi realtà. Cambiando completamente il quadro dell'accaduto: da un incidente a una vicenda inquietante e sicuramente non casuale. Secondo un comunicato della presidenza diramato due ore dopo l'accaduto, la Moskvich era sbucata a grande velocità dalla via Ujinka, che costeggia i magazzini Gum e sbuca direttamente di fronte alla torre Spasskaja. Qui, invece di girare a sinistra - la Piazza Rossa è proibita al traffico automobilistico - il conducente ha lanciato il mezzo direttamente contro il Cremlino, nonostante i tentativi della polizia di fermarlo o dirottarlo. Qualche metro prima dell'impatto con la torre l'uomo al volante ha aperto la porta e si è buttato fuori dal veicolo, che dopo qualche frazione di secondo è esploso, sfracellandosi contro l'antica fortezza degli zar. E' mistero anche sulla persona dell'attentatore che, per non farsi arrestare, ha tentato di spararsi. Non è chiaro quanto sia grave: l'ospedale di pronto soccorso dove è stato ricoverato è recintato dalla polizia. Secondo alcune fonti, è un pensionato di Podolsk, una piccola città nei pressi di Mosca. Secondo altri, si chiama Ivan Bobrov ed è un giornalista di Russkaja Pravda, una testata nazionalista. E se nel primo caso si potrebbe pensare all'atto disperato di un uomo ridotto alla miseria dall'ultima crisi economica, nella seconda ipotesi subentra un fattore politico. I nazionalisti russi si sono già manifestati negli ultimi anni come una forza ridotta, ma ben organizzata e potenzialmente pericolosa per la presenza di un braccio militarizzato. Ma finora la Russia non aveva visto atti terro¬ ristici ideologici. L'unica vittima delle bombe degli estremisti è stato, ripetutamente, Nicola II: solo qualche giorno fa è stato registrato un terzo attentato al monumento dell'ultimo zar, rivendicato da un gruppo giovanile di sinistra. Del resto, anche l'esplosione di ieri è un attentato - se lo è - contro un sùnbolo: Boris Eltsin, il nemico giurato dei comunisti come dei monarchici, si trova attualmente a duemila chilometri di distanza dal Cremlino, in vacanza sul Mar Nero. Anna Zafesova Nell'esplosione feriti due uomini del servizio di sicurezza e una guardia presidenziale Un artificiere esamina l'auto usata per l'attentato ieri sulla Piazza Rossa
Persone citate: Boris Eltsin, Eltsin, Ivan Bobrov, Lenin
Luoghi citati: Mosca, Russia, San Basilio
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