Frattini: non hanno più alibi di Guido Tiberga

Frattini: non hanno più alibi Frattini: non hanno più alibi «Ma l'inchiesta parlamentare sui bilanci non è una vendetta» Metterli con le spalle al muro. Franco Frattini non usa esattamente questi termini, ma il senso rimane: il deputato di Forza Italia che per primo ha sollevato la proposta della commissione d'inchiesta sul finanziamento ai partiti parla di «proposta che non consente l'invenzione di alibi strumentali», spiega che «il dovere di ogni opposizione è presentare progetti inattaccabili», avverte che un «no» rappresenterebbe «un nuovo colpo di mano della maggioranza, senza nemmeno le fittizie giustificazioni del primo». Onorevole Frattini, perché la maggioranza dovrebbe sentirsi con le spalle al muro e accettare una commissione sul finanziamento ai partiti? «Posso fare un passo indietro? La commissione su Tangentopoli non è saltata senza ragioni: i suoi oppositori hanno ripetuto per mesi che la nostra proposta era priva di un oggetto specifico e che c'era il rischio di trasformarla in un processo ai giudici. Si tratta di ragioni pretestuose, ma pur sempre di ragioni. Ora noi diciamo: mettiamo sotto inchiesta il finanziamento dei partiti dal '74 al '93, dall'entrata in vigore della vecchia legge all'approvazione della nuova. Mi pare un oggetto più che specifico, no? E soprattutto non parliamo di processi, di sentenze, di magistrati...». Quindi per la vostra rivincita vi sentite inattaccabili? «Questa non è una rivincita, né tanto meno una ritorsione. L'idea di formare una commissione d'inchiesta sul finanziamento l'abbiamo sempre avuta. Solo che pensavamo di aprirla dopo la commissione su Tangentopoli. Era un percorso in progress, il voto di lunedì ci ha costretti ad anticipare i tempi». Ritorsione o no, vi sentite sicuri. Lei ha fiducia che questa commissione si farà? «Fare previsioni con questa maggioranza è impossibile. Diciamo che noi le abbiamo offerto una Franco Frattini «La magha una occasionnon ci soda dife seconda occasione. E questa volta non ci saranno alibi di sorta». Non crede che le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sui finanziamenti sovietici al pei finiscano invece per far pensare a una vostra «vendetta» mirata contro un solo partito? «Questo rischio c'è, lo ammetto. Ma non dimentichiamo che siamo di fronte a una maggioranza che si è rimangiata un impegno che aveva addirittura scritto nel programma. E per farlo si è servita del voto di persone che fino a pochi mesi prima erano d'accordo con noi. Una certa acredine è comprensibile, ma noi vogliamo andare oltre. Lo scambio di veleni tra D'Alema e Berlusconi non giova a nessuno: basta con le accuse che rimbalzano di qua e di là, noi proponiamo alla maggioranza uno strumento istituzionale per uscire da questa situazione». Berlusconi dice che la sinistra ha bloccato tutto perché aveva paura. Lei è d'accordo? «lo credo che certi comportamenti siano di per sé fonte di sospetto. Il pcipds ha pacificamente concorso a un sistema consociativo: il fatto che questo partito rifiuti di aprire la porta a una commissione che non solo è esplicitamente prevista dalla Costituzione, ma che faceva parte del suo stesso programma elettorale, non può che lasciar spazio a molte perplessità». Onorevole Frattini, che cosa succede se il voto per la commissione d'inchiesta sui partiti sarà un altro no? «Credo che il Paese comincerà a farsi domande sulla natura di una maggioranza che agisce a forza di colpi di mano. Non dimentichiamo che contro il finanziamento ai partiti c'è stato un referendum dall'esito chiarissimo. Questo è un tema caro ai cittadini, molto più della lotta alla corruzione». Guido Tiberga gioranza seconda ne, e qui no giudici ndere» «La maggioranza ha una seconda occasione, e qui non ci sono giudici da difendere» Franco Frattini

Persone citate: Berlusconi, D'alema, Franco Frattini, Frattini, Silvio Berlusconi