Patto sociale, c'è anche il sì del sindacato di Gian Carlo Fossi

Patto sociale, c'è anche il sì del sindacato Sì alla verifica dell'accordo del luglio '93, il governo presenterà le ipotesi di sviluppo l Patto sociale, c'è anche il sì del sindacato «Concertazione strategica» ROMA. Massimo D'Alema incassa il «sì» dei sindacati, dopo quello degli imprenditori, alla sua strategia stringente per rilanciare sviluppo ed occupazione. Ieri, in un incontro a Palazzo Chigi con i leader di Cgil, Cisl e Uil Sergio Cofferati, Sergio D'Antoni e Pietro Larizza ha sottolineato la necessità di far ripartire la concertazione, affrontando a partire dalla prossima settimana la verifica dell'accordo del luglio '93 sulla politica dei redditi, ed ha marcato l'urgenza di un nuovo patto sociale (al massimo entro la fine dell'anno) che coinvolga sindacati ed imprenditori in un grande sforzo comune finalizzato alla ripresa e alla lotta contro la disoccupazione. Nel frattempo il governo metterà nero su bianco in un documento che preciserà le ipotesi per lo sviluppo. Tutti, però, debbono impegnarsi al massimo perché si ottengano risultati apprezzabili in tempi ravvicinati. «Siamo in un momento più difficile di quanto pensavamo - ha osservato - anche per i contraccolpi della crisi finanziaria internazionale e dobbiamo dare fiducia alle nostre imprese perché investano e concorrano alla crescita. Stiamo faticando per trovare delle soluzioni e anche per incoraggiare il mercato interno. E chiediamo agli imprenditori di chiudere i contratti, che sono importanti per creare un clima di relazioni sociali più serene. Agli industriali, però, offriamo incentivi, sostegni; soprattutto a coloro che hanno il coraggio di investire assicuriamo condizioni più favorevoli, in specie nelle aree deboli». Al «vertice» con i tre segre¬ tari generali il presidente del Consiglio ha partecipato insieme al vicepresidente Sergio Mattarella e ai ministri del Lavoro Antonio Bassolino, del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e dell'Industria Pierluigi Bersani. «E' andato bene», commenta Mattarella alla fine della riunione; e la stessa valutazione positiva viene espressa dai tre segretari generali. «A differenza del precedente governo - rileva D'Antoni - la squadra di D'Alema lega la propria azione alla concertazione, che diventa un asse strategico». Certo, aggiunge Cofferati, questo non risolve i problemi di merito, ma dà certezze di riferimento. Segnalando lo «spirito nuovo», Larizza prende atto con soddisfazione che «si è riconosciuta la gravità della situazione per occupazione e sviluppo e che il rilancio della concertazione può essere decisivo». Insieme condividono l'esigenza, fatta presente dal presidente del Consiglio, di definire il nuovo patto sociale prima della fine dell'anno. Il patto, spiega Cofferati, sarà composto di due parti distinte: nella prima troveranno posto la politica dei redditi e gli assetti della con- trattazione, nella seconda le politiche per lo sviluppo e l'occupazione. Se in questa seconda parte potranno essere coinvolti anche gli enti locali (Regioni, Comuni ecc.) «ognuno con il suo ruolo e le sue funzioni», il primo capitolo resterà «esclusiva dei soggetti che hanno titolo a discutere di questi argomenti, cioè i firmatari dell'accordo di luglio '93: governo, sindacati e imprese». Ma il «nuovo idillio» tra Confindustria e governo D'Alema impensierisce i sindacati? Alla domanda provocatoria di un giornalista i leader di Cgil, Cisl e Uil rispondono con un unanime: «Assolutamente no». Anzi, replicano divertiti alla soddisfazione manifestata martedì dal presidente della Confindustria Giorgio Fossa per essere stato convocato prima delle confederazioni dei lavoratori. Larizza: «Possono convocarci per primi o per ultimi, per noi non cambia nulla. L'importante sono le decisioni che si prendono». D'Antoni, scherzoso: «Alla Confindustria piace essere convocata per prima? Bene, allora chiederemo al governo che sia sempre così». Cofferati: «Non so se si possa parlare di idillio, ma certo come cittadino non posso che essere contento se ci sono rapporti positivi tra governo e Confindustria: in passato, come è noto, non è stato così, tanto che in un celebre discorso Fossa avvertì Prodi che sarebbe stato "spazzato via"». Gian Carlo Fossi Il tavolo di ieri a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio D'Alema e le organizzazioni sindacali

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