Parigi dà incentivi a chi torna a casa

Parigi dà incentivi a chi torna a casa Parigi dà incentivi a chi torna a casa PARIGI. E' la svolta tanto attesa nella politica di immigrazione, l'inedita iniziativa presentata ieri dal governo francese di «aiuto al rientro» in patria di migliaia e niigliaia di immigrati. Si chiama «co-sviluppo» ed è l'investimento che la Francia farà per convincere senegalesi, maliani e marocchini a rientrare meno dolorosamente nel loro Paese: grazie ad un aiuto finanziario, ad un contratto di formazione professionale e a un visto per la Francia che consentirà più soggiorni, ognuno di tre mesi al massimo. Il «co-sviluppo», presentato ieri dal ministro per 1 Occupazione e la Solidarietà, signora Martine Aubry, si basa su due concetti guida. Da un lato quello ideale, sul quale tanto ha insistito Sami Nair, giovane consigliere del ministro dell'Interno Jean-Pierre Chevénement, nommato a maggio delegato interministeriale per il co-sviluppo e le migrazioni internazionali: il Paese d'origine e il Paese di accoglienza hanno entrambi interesse a controllare i flussi migratori. Dunque, a cooperare perché non si creino troppi squilibri e situazioni esplosive per i rispettivi cittadini. Dall'altro lato, la pragmatica considerazione che il costo di un intero contratto di reinserimento nel Paese d'origine è inferiore a 35.000 franchi (dieci milioni e mezzo di lire), cioè inferiore a quanto costa un'espulsione forzata, senza contare la pubblicità negativa che comporta. La Francia si trova di fronte all'impasse di 60.000 sans-papiers che rimarranno clandestini dopo la grande operazione di regolarizzazione lanciata dal governo socialista di Lionel Jospin. Il provvedimento del ministro Aubry «non rappresenta una novità per l'Italia». L'assistenza al rimpatrio volontario di immigrati, spiega Barbara Fidel dell'Oim, è già stata organizzata nel nostro Paese tre volte negli Anni 90 con programmi gestiti proprio dall'Organizzazione internazionale migrazioni: nel '91, dopo la prima emergenza Albania, con un programma finanziato dal ministero dell'Immigrazione che portò al rimpatrio di oltre 1000 albanesi. L'anno scorso, dopo la seconda emergenza Albania, con un programma finanziato dal ministero dell'Interno e il rimpatrio di 1300 immigrati. Dal '95, inoltre, con il finanziamento del ministero degli Esteri è in fimzione un programma che finora ha riportato nel loro Paese circa 500 bosniaci, mirando soprattutto al rimpatrio del personale qualificato. «Il punto - dice Barbara Fidel è trasformare queste iniziative isolate in programmi stabili di assistenza come già avviene, ad esempio, in Belgio e Olanda». Ir. cri.]

Persone citate: Aubry, Barbara Fidel, Lionel Jospin, Martine Aubry, Sami Nair

Luoghi citati: Albania, Belgio, Francia, Italia, Olanda, Parigi