Immigrati, una notte in coda

Immigrati, una notte in coda Lunghe file soprattutto nelle città e pacchi di scontrini per dimostrare la data di arrivo in Italia Immigrati, una notte in coda Iniziata la corsa ai 38 mila permessi ROMA DALLA REDAZIONE Fin dalle prime luci dell'alba, con la speranza di poter ottenere il permesso di rimanere in Italia, a centinaia gli immigrati si sono messi in coda, ieri, davanti alle questure per avviare l'iter che porta alla regolarizzazione. Molti, per ingenuità o scarsa informazione, sbandieravano scontrini datati di supermercati (la condizione per poter accedere alla sanatoria è di dimostrare di essere lavoratori e in Italia prima del 27 marzo '98), fasci di ricevute e documenti, spesso inutili, verbali di contravvenzioni al codice della strada e dichiarazioni delle asl che attestano un ricovero. Affollate dagli aspiranti regolari soprattutto le grandi città. Picco regionale, invece, in Veneto. Alcune centinaia di stranieri hanno trascorso la notte davanti alle questure (è accaduto a Torino e Treviso), altri si sono accalcati dalle prime ore del mattino soprattutto a Milano, Genova, Bologna, nelle città di Puglia, Umbria e Friuli Venezia Giulia. Sotto tono la situazione in Toscana, nelle Marche, in Sardegna, Basilicata e Abruzzo. A Roma non c'è stata ressa, grazie al sistema di decentramento in dieci commissariati, scelti tra quelli nei quali si prevedeva un maggiore afflusso di immigrati: 902 prenotazioni e 37 pratiche avviate per il rilascio del permesso di soggiorno. Gli immigrati hanno prenotato l'appuntamento con i funzionari dell'ufficio provinciale del lavoro e funzionari di polizia per la consegna dei documenti necessari. Molti sono stati rimandati indietro perché non in grado di dimostrare di essere entrati in Italia prima del 27 marzo 1998. Ne dà notizia Luigi Di Maio, dirigente dell'ufficio stranieri della questura di Roma, sottolineando il fatto che «si tratta di un flusso consistente, considerando il primo giorno di attuazione della circolare Masone e che molti ancora non conoscono bene la legge in vigore». Da Bari, intanto, il presidente della Repubblica, durante le celebrazioni del 4 novembre, ha ricordato il dramma dell'immigrazione clandestina. Scalfaro ha elogiato la «cara terra di Puglia» che accoglie persone «che giungono, talune disperate, talune in cerca di un mondo di pace e di lavoro, portate da criminali terribili e iniqui». Difficile la situazione in Sicilia, sebbene non ci sia stato il previsto assalto alle questure: la quota nazionale massima di 38 mila immigrati, prevista per il '98 dalla circolare Masone, non basterebbe neppure a far uscire dall'irregolarità tutti gli immigrati presenti in Sicilia: circa 40 mila. «Noi premeremo - ha dichiarato Giovanna Marano, della Cgil Sicilia - perché ci sia un'interpretazione più estensiva possibile, ad esempio per le forme di lavoro autonomo e degli ambulanti». Polemiche, anche ieri, sulla sanatoria. Il partito dei comunisti italiani vuole che sia tolto il limite dei 38 mila immigrati regolarizzabili previsti, e sostiene che si possono accogliere tutte le domande che oggettivamente rispettano i criteri della circolare. Con l'entrata in vigore della sanatoria, «non si risolve il problema dell'immigrazione clandestina», secondo l'Osservatorio di Milano che ritiene il tetto fissato in 38 mila permessi sufficiente a consentire la regolarizzazione «al 20 per cento degli immigrati clandestini presenti nel nostro Paese». Troppo pochi se si tiene conto che, secondo l'Osservatorio, «oltre 160 mila sono gli esclusi visto che l'immigrazione clandestina riguarda 200 mila persone». Critico anche il vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, sulla sanatoria definita «fortemente restrittiva»: «Per me - ha detto -, è un tentativo infelice destinato a non risolvere nulla e a ridursi a un bluff».

Persone citate: Giovanna Marano, Luigi Di Maio, Raffaele Nogaro, Scalfaro