La Stampa - Consultazione Archivio

I SAPORI DELIA NOSTRA VITA A TORINO IL SALONE DEL GUSTO I SAPORI DELIA NOSTRA VITA IL commissario straordinario della Unità Sanitaria Locale era accanto a me, sull'altopiano. Le bestie pascolavano sotto il sole dei 2200 metri. Ogni tanto le marmotte facevano capolino lanciando i loro fischi infantili. La casera era una costruzione spartana, umile, con la luce da generatore, l'acqua del ruscello, quattro brande ad un passo dal pentolone in cui nasceva il fotmaggio. Nello smisurato ramaiuolo il latte, munto ormai meccanicamente, veniva portato a spalla, un secchio dopo l'altro. L'alto burocrate sbocconcellava accanto a me «talloni» di salame d'un porcello divino. «Adesso questo qui si accorge che mancano i retini antimosche, chiude tutto ed addio formaggio degli eroi», dicevo tra me c me. Poi mi fa: «Da bambino facevo le vacanze da mia nonna, nella campagna di Torino: uscivo di casa, attraversavo il cortile, entravo nella stalla e mi mettevo a mungere. Ero troppo piccolo: quando avevo riempito il mio secchio di latte, il contadino me lo alzava e me ne versava in bocca. Ma io, di nascosto, me n'ero già spruzzato direttamente dalla mammella sulla lingua: non dimenticherò mai quel sapore, quel gusto...». Sapore, gusto. Ricordi, sentimenti, cultura ma, soprattutto, la nostra storia, l'impronta che i secoli ci hanno lasciato. Quei gusti, quei \ sapori, sono come i nonni: sono il ponte tra le generazioni, sono la prova della nostra immortalità. E una sfida al tempo, una prova che il passato può sempre essere presente e può (e deve) essere anche futuro, è anche in quel Salone del Gusto che si apre oggi a Torino. E non a caso si apre in Piemonte, non a caso si apre a Torino. Grandi cose ha portato il 1949: per la storia dell'umanità Mao taceva la sua Lunga Marcia, per la storia dell'umanità a tavola nacque Carlin Petrini (oltreché Edoardo Raspelli). Da quella Bra, paesino più o meno sconosciuto fino a dieci anni fa, Arcigola Slow Food ha lanciato un segnale ed un messaggio: noi, anche oggi, possiamo essere ancora quello che mangiano, quello the gustiamo. Carlin Petrini non ha rinnegato lesile idee (assai scomode fino a ieri), non si è fatto dare una trasmissione tv salendo sul carro dei potenti, ma in dieci anni, magari con qualche cosa meno riuscita di altre, ha, se Edoardo Raspelli CONTINUA A PAG. 15 SETTIMA COLONNA