Punita la moglie infedele di R. Cri.

Punita la moglie infedele Punita la moglie infedele «Il marito lavora troppo? Il tradimento non è giustificato» ROMA. Un marito statano vista ed una suocera con cui si litiga non giustificano l'infedeltà coniugale di una moglie a cui, per questo, verrà addebitata la fine dell'unione che, con il suo comportamento, ha irrimediabilmente frantumato. Non viola infatti l'obbligo di assistenza e coabitazione il consorte che lavora troppo; invece viene meno ai doveri del matrimonio la donna che, sentendosi trascurata, vive un'altra storia d'amore. Magari con un amico di famiglia, di cui conserva una lettera piena di «trasporto» ed una foto trovata dal marito nella sua borsetta. La prima sezione civile della Cassazione ha così definitivamente confermato il giudizio della Corte d'appello d'Ancona contestato da una ex moglie. Annamaria S., non voleva infatti vedersi attribuito l'addebito della separazione, sottolineava le «vessazioni della suocera, compiute con l'evidente complicità del marito» e chiedeva, di conseguenza, l'assegno di mantenimento. Secondo la suprema Corte, i giudici di Ancona hanno correttamente comparato i comportamenti di marito e moglie e senza commettere errori, dopo aver individuato nell'infedeltà della donna la causa della crisi coniugale, hanno negato peso ad episodi trascurabili nell'economia del matrimonio: l'attaccamento al lavoro del marito, Giorgio G., che non integrava in alcun modo violazione dell'obbligo di assistenza e coabitazione, «ed i litigiosi rapporti con la suocera per divergenze sull'uso dell'impianto di riscaldamento». Quanto all'infedeltà, si legge in sentenza (n. 10977), i giudici marchigiani «hanno attribuito rilievo alla lettera rinvenuta dal marito che era stata scritta alla moglie da un sottufficiale dell'Aeronautica militare, amico di famiglia». Precisando che il tradimento «era rafforzato dal ritrovamento da parte dei coniuge, nella borsa della mo glie, del tesserino di identificazione con foto dello stesso ufficiale». Intanto arrivano le prime reazioni. Federica Rossi Gasparrini, presidente della Federcasalinghe. «Può succedere, posso capire che queste donne cerchino altrove un appoggio morale o una distrazione. Non voglio dire che fanno bene ma è comprensibile. Sono però preoccupata che la Cassazione entri nel merito della costume e non tenga conto che la cultura in cui viviamo è ben diversa da quella sentenza». La parlamentare dell'Udr, Maretta Scoca, esperta in diritto di famiglia, dice che la sentenza «applica correttamente il principio che la violazione dell'obbligo di fedeltà coniugale, imposto dal codice civile, non ammette giustificazioni di sorta». [r. cri.]

Persone citate: Annamaria S., Federica Rossi Gasparrini, Giorgio G., Maretta Scoca

Luoghi citati: Ancona, Roma