Gli negano il congedo, aviere si uccide

Gli negano il congedo, aviere si uccide Cagliari, si impicca nel garage di casa. I parlamentari Ds: troppi i morti Gli negano il congedo, aviere si uccide Il giovane temeva di non poter ultimare gli studi CAGLIARI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Aeronautica gli aveva negato il congedo anticipato, allora lui ne ha scelto un altro, irrevocabile: si è impiccato. I famigliari lo hanno trovato appeso a un gancio infisso nel soffitto del garage, quando il cuore del giovane batteva ancora. La speranza di un miracolo è però svanita nel giro di qualche minuto. Non è rimasto altro da fare se non piangere la morte di un ragazzo di 22 anni, iscritto al terzo anno della facoltà di ingegneria di Cagliari, ucciso da una condizione che non riusciva a tollerare e che frustrava i suoi sogni. Era solo Giovanni Desogus lunedì sera - nella casa dei genitori, a Sant'Antioco (centro di 12 mila abitanti, sulla costa Sud-occidentale della Sardegna) e rimuginava su una sconfìtta che da tempo gli toglieva il sonno. Mesi fa non era riuscito a schivare la chiamata alle armi «grazie» a un difetto alla vista, né ad ottenere il rinvio per ragioni di studio. Abile e arruolato in Aeronautica, era stato spedito a Taranto per il periodo di addestramento, poi trasferito a Elmas, dove, accanto allo scalo civile di Cagliari, c'è l'aeroporto militare. Forse anche perché l'aveva ri¬ fiutata fin dall'inizio, Giovanni non riusciva ad accettare la divisa. «Soffriva di claustrofobia e non sopportava l'idea di restare chiuso in caserma», racconta il padre, Tore Desogus, dipendente dell'Enel. «Era anche demoralizzato - riprende tra le lacrime perché non trovava il tempo per preparare gli esami del corso di laurea. Certo, fin dall'inizio, non voleva fare il multare, ma non avevo capito, immaginato che potesse arrivare al punto di togliersi la vita. I problemi agli occhi non erano gravi, ma lui, nei giorni scorsi, aveva predisposto tutti i documenti per ottenere il congedo anticipato: a Cagliari, i medici non gli hanno creduto, non gli hanno concesso di concludere il servizio militare. L'altra sera - conclude - avrebbe dovuto trascorrere l'ultima notte in casa, prima di far ritorno in caserma. E invece se n'è andato per sempre». Il verdetto dei sanitari ha inflitto il colpo di grazia alla psiche di un ragazzo da tempo in crisi. L'aviere consumava le ultime ore di una licenza di convalescenza lunga quattro mesi, ottenuta per una forma di «sindrome depressiva» ed è crollato. «Si sentiva in colpa - racconta un amico perché pesava economicamente sulla famiglia che faceva sacrifici per mantenerlo agli studi». Quel gancio che pendeva dal soffitto del garage è apparso l'unica via di uscita per un calvario, vero o presunto, diventato intollerabile. Così, e sembra quasi di leggere un bollettino di guerra, c'è un altro militare in meno e una croce in più. Secondo la relazione del ministero della Difesa, datata 31 dicembre 1996 - la relazione sui dati '97 non è ancora stata inviata al Parlamento - i deceduti tra le forze armate (esclusa l'arma dei carabinieri) sono stati, in totale, 187. Di questi 21 si sono suicidati (era accaduto 15 volte nell'anno precedente). Solo tra i carabinieri, nello stesso anno, i suicidi sono stati otto (erano 10 nel '95) su un totale di 73. E il Gruppo parlamentare dei Democratici di Sinistra-L'UUvo, sottolineando che l'episodio rappresenta «un ulteriore segno evidente di un malessere diffuso, un po' ovunque, nelle caserme italiane», ha invitato il ministro Scognamiglio ad accelerare il processo di riforma della leva già avviato in Commissione Difesa. Lo ha reso notò a Cagliari la parlamentare Tonina Dedoni (Ds), che ha sottoscritto un'interrogazione sul caso del giovane in servizio militare alla base di Elmas. Corrado Grandesso

Persone citate: Corrado Grandesso, Giovanni Desogus, Mesi, Scognamiglio, Tonina Dedoni, Tore Desogus