Quel padre dimenticato di Chiara Beria Di Argentine

Quel padre dimenticato Le figlie e una memoria rimossa per difendere e tutelare la madre Quel padre dimenticato AMILANO LESSANDRA e Allegra, le due figlie di Patrizia Reggiani condannata ieri in primo grado per l'assassinio del loro padre, Maurizio Gucci, meritano più di una generica comprensione. «Nostra madre sarà sempre una Gucci, come noi». Saputa la notizia della condanna Allegra, 17 anni, ha pianto; Alessandra era lontano, nella casa di Lugano; la loro nonna Silvana ha promesso di continuare a battersi per l'innocenza di Patrizia. Dolore e reazioni che vanno rispettati. Ma in questo universo tutto femminile, di ragazzine allevate con l'aragosta per la prima colazione, di maghe bianche e nere, di crociere sul Creole e di ville a Saint Moritz da riconquistare a Paola Franchi l'ultima compagna di Gucci, non c'è stata una sola parola di tenerezza e rimpianto per la vittima di questo assurdo omicidio. Come se per Alessandra e Allegra difendere e tutelare la memoria di Maurizio Gucci, del loro padre, fosse inconciliabile con la difesa della madre. Un padre morto, un padre rimosso, un padre dimenticato. Anzi, per Alessandra un padre, in qualche modo, responsabile di ciò che si è consumato sul portone di via Palestro. Pochi giorni fa Alessandra è comparsa in aula scortata dalla nonna e davanti alla sorella minorenne è arrivata a dire di suo padre: «Lui non è una vittima. La mamma l'ha sempre amato moltissimo, lui l'ha fatta soffrire». Poi, ha aggiunto di non aver più dubbi: «A uccidere papà sono stati questi qui (i coimputati Ceraulo, Cicala e Auriemma, ndr) per ricattare nostra madre. Lei è l'unica vittima». Conseguenza logica del ragionamento di questa «povera ragazza miliardaria» sarebbe stata quella di costituirsi con sua sorella parte civile nei confronti, non certo della madre, ma di chi ha sparato e, nel caso di Cicala, ha addirittura confessato di essere stato in via Palestro quel giorno. E invece nulla. Un gesto che le sorelle Gucci non hanno voluto o potuto fare. Residenti in Svizzera, ma la minorenne Allegra va a scuola a Milano, le due orfane sono state lasciate sole con la nonna. A mamma Patrizia è rimasta la patria potestà, per Allegra non è stato nominato neppure un tutore, come sarebbe avvenuto per una qualsiasi ragazzina Rossi o Bianchi. Dicono che per il loro futuro basta l'avvocato di fiducia e l'amministratore dei loro beni oltre confine. «Noi siamo delle Gucci». Quasi che i soldi bastassero a rimarginare certe ferite. Quasi non fosse indispensabile per Alessandra e Allegra fermarsi a riflettere che difendere una madre significa anche saper versare una lacrima per un padre che non c'è più. Chiara Beria di Argentine

Luoghi citati: Cicala, Lugano, Milano, Svizzera