Buone notizie per Clinton dalla notte Usa di Andrea Di Robilant

Buone notizie per Clinton dalla notte Usa A New York li exit oli danno il democratico Schumer in vantaio sul senatore D'Amato l Buone notizie per Clinton dalla notte Usa Ma la dinastia Bush conserva il Texas e conquista la Florida WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un voto per lo status quo, che soddisfa Bill Clinton e i democratici. Alle elezioni di «medio termine» celebrate ieri in America il 90 per cento dei congressmen ha conservato il seggio. E il partito democratico ha contenuto con successo l'assalto dei repubblicani. La vicenda Lewinsky, che pure aveva dominato la scena politica per tutto l'anno, ha finito per avere un ruolo di secondo piano in queste elezioni. E il risultato elettorale riduce le chances che si arrivi davvero all'impeachment del Presidente. In' assenza di un tema elettorale forte, la lotta tra i due partiti si è concentrata su alcune gare di grande importanza politica - in California, in Florida, a New York - in vista delle presidenziali del Duemila. Confermando i pronostici, il repubblicano Jeb Bush, secondogenito dell'ex presidente, ha conquistato la poltrona di governatore in Florida, e ha consolidato il potere di questa nuova dinastia politica. Suo fratello, George W. Bush, ha stravinto un secondo mandato come governatore del Texas, conferman- dosi sin d'ora il favorito per conquistare la nomination repubblicana per le prossime presidenziali. Ma i democratici sono stati ampiamenti compensati dal risultato in California dove, a urne ancora aperte, Gray Davis stava trionfando contro Dan Lungren. Era da sedici anni che i repubblicani controllavano lo stato più popoloso d'America. A New York, dopo una campagna elettorale spietata, gli exit poli davano il democratico Chuck Schumer in vantaggio sul senatore re¬ pubblicano Alfonse D'Amato, una spina nel fianco di Clinton in questi ultimi sei anni. Buone notizie dall'Indiana, dove il democratico Evan Bayh ha conquistato il seggio senatoriale occupato dal repubblicano Dan Coates. Di solito il partito della Casa Bianca perde terreno nelle elezioni di medio termine, soprattutto nel sesto anno di una presidenza. E fino a poche settimane fa i repubblicani puntavano su una grossa vittoria che avrebbe dato loro il dominio del Congresso. Invece hanno guadagnato solo una manciata di seggi (meno di 10 alla Camera e un paio al Senato) - troppo poco per rafforzare la loro maggioranza al Congresso. «La grande maggioranza degh' americani sta bene, si ritiene soddisfatta di come vanno le cose e non ha voglia di cambiare», ha commentato William Schneider, politologo e anahsta della «Cnn». L'affluenza alle urne è stata bassa, attorno al 40 per cento, confermando un declino che dura ormai dagli Anni Sessanta. Ma in alcuni stati, a cominciare dalla California (60 per cento), è stata più alta del previsto grazie ad una massiccia mobihtazione locale da parte dei partiti. L'affluenza degli afro-americani è particolarmente bassa nelle ele¬ or da zioni di medio termine. Ma questa volta è stata più forte del solito - sono stati oggetto di un intenso corteggiamento da parte del Presidente Clinton negb ultimi giorni della campagna elettorale - ed ha finito per beneficiare molti candidati democratici. Il partito di Clinton è stato aiutato anche dalla buona partecipazione al voto delle donne e degh ispanici, specie in California. Il tentativo dei repubblicani di trasformare queste elezioni in un referendum sul Presidente è falhto. Anzi, ha finito per aizzare un buon numero di elettori democratici che altrimenti sarebbero rimasti a casa. Ora i riflettori si spostano nuovamente sulla questione dell'impeachment. Ma in una intervista alla «Black entertainment television» alla vigilia del voto il Presidente - forte dei sondaggi interni che davano i democratici in rimonta aveva già espresso la speranza che dopo le elezioni «tutta quella vicenda sarà rivalutata». Andrea di Robilant ""il ' *