Aznàr: trattiamo coi terroristi

Aznàr: trattiamo coi terroristi Il premier rinuncia alla linea della fermezza: il nostro obiettivo è la pace Aznàr: trattiamo coi terroristi Dopo la tregua dichiarata dall'Età MADRID DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A 48 giorni dalla storica tregua senza condizioni proclamata dall'Età e contraddicendo tutte le sue precedenti dichiarazioni in cui esigeva dai terroristi baschi «fatti e non parole», il premier Aznàr ha autorizzato un contatto del governo con l'organizzazione indipendentista. Ma l'antiterrorismo frena le speranze, rivelando al giornale «Abc» che nel nuovo processo di pace esiste la solida probabilità che l'Età si spacchi in due. Aznàr aveva già fatto capire lunedì sera a Londra, dopo un incontro con Blair, che qualcosa di nuovo era nell'aria, dichiarando: «Ho stabilito due condizioni molto chiare, che sono l'accettazione dei procedimenti democratici e l'abbandono della violenza». Ci si aspettava, quindi, che il governo di Madrid, il cui unico gesto di distensione dalla tregua è consistito nel trasferimento di quattro assassini «etarra» malati nelle galere basco-spagnole, aspettasse un nuovo comunicato dell'Età, annunciato la settimana scorsa dal giornale di Bilbao «El Correo Espanol-El Pueblo Vasco», in cui i terroristi dovrebbero annunciare l'addio definitivo alle armi. Ma ieri il premier, insolitamente di ottimo umore e durante l'inaugurazione di una mostra del pittore Sorella al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, ha confermato tra lo stupore generale quanto in mattinata aveva pubblicato il filo-governativo «El Mundo»: e cioè che l'Esecutivo aveva ordinato agli 007 del Cesid, il Servizio segreto militare che dipende dalla Presidenza del governo, di tentare contatti, attraverso il suo braccio politico Herri Batasuna (HB), con l'Età. «Sì, ho autorizzato contatti del governo con l'area del Mnlv (il Movimento nazionale di liberazione basco, la galassia indipendentista di cui l'Età è il braccio armato, ndr), con l'obiettivo di consolidare il processo di pace»: Aznàr non ha aggiunto altro, mentre la sua straordinariamente importante dichiarazione, un giro politico di 180 gradi, veniva rilanciata subito da tutti i media del Paese. Ma il suo portavoce Josep Piqué ha spiegato: «Il governo, con questi contatti, cerca di verificare e comprovare che il processo di pace può andare avanti. Si vuole assicurare della volontà reale dell'Età nell'abbandono definitivo delle armi». Il governo basco ha espresso subito la sua «enorme soddisfazione» per le parole di Aznàr. Il socialista Josep Borrell, il leader del maggior partito dell'opposizione, pur affermando «il governo conti su di noi», si è lamentato di non essere stato informato prima. Il comitato centrale di HB, a conferma dell'importanza delle parole del premier, si è riunito subito nel pomeriggio a Bilbao per una valutazione politica. In tarda serata, ha emesso un comunicato sostanzialmente posi- tivo: «Ribadiamo la necessità del dialogo e della negoziazione come unica via valida per affrontare il conflitto basco» aggiungendo che il processo in corso deve avere come meta «il diritto dei Paesi Baschi spagnoli e francesi di decidere liberamente sul futuro». Tuttavia l'ultima parola spetterà alla direzione strategica dell'Età. Mentre «Sanideak», il «Fronte carcerario» del Mlnv, continua a ripetere che bisogna trasferire nei Paesi Baschi tutti i 500 prigionieri dell'Età dispersi nelle galere della Penisola ed un sondaggio dello statale Cis rivela che il 61 per cento degli spagnoli è ancora scettico sulla tregua, il conservatore «Abc», attendibilissimo perché riceve da sempre informazioni esclusive dai Servizi della Guardia Civil, rivela che l'Età p divisa tra «falchi» e «colombe». «L'Età celebrerà entro gennaio un'assemblea generale clandestina o in Belgio o in Francia. Il settore dei "falchi" vuole che la direzione strategica tratti direttamente con il governo, le "colombe" sono favorevoli a delegare tale compito ad HB seguendo l'esempio irlandese scrive "Abc" -. La linea dei "falchi" è condivisa da tutti i quattro membri della direzione strategica e soprattutto dalla famigerata Soledad Iparaguirre, "Amboto" che controlla le "colonne" operative. Se le "colombe" abbandonano la lotta armata, i "falchi" potrebbero far partire una campagna molto crudele di sequestri». Gian Antonio Orìghi «Enorme soddisfazione» espressa dal governo basco I socialisti: «Il governo può contare su di noi» Ma gli 007 avvertono «Il gruppo indipendentista potrebbe spaccarsi tra falchi e colombe» In alto, il primo ministro José Maria Aznàr e, a sinistra, un militante dell'Età con il volto coperto durante una conferenza stampa

Persone citate: Bornemisza, Gian Antonio Orìghi, Josep Borrell, Josep Piqué, José Maria, Mundo, Soledad Iparaguirre, Sorella, Thyssen