Il partito dei sindaci conta già gli assenti di Fabio Martini

Il partito dei sindaci conta già gli assenti Bassolino, Orlando e Illy non partecipano al varo di «Centocittà». Si pensa a una lista per le Europee Il partito dei sindaci conta già gli assenti Ma Rutelli, Cacciari e Bianco hanno un asso nella manica: Prodi ROMA. Nel salone della Stampa estera, il presidente Erich Kusch pronuncia il suo benvenuto con parole ampollose: «Gli storici forse ricorderanno il 3 novembre perché qui nacque una nuova Italia!». Cortesia squisita o sottilissima ironia? Francesco Rutelli si affretta a prendere in parola Kusch, lo ringrazia «per le parole tutt'altro che protocollari» e presenta il movimento «Centocittà», prima creatura in «carne e ossa» di quel «partito dei sindaci» di cui per 5 anni si era soltanto chiacchierato. Rutelli - con un linguaggio che ha ricordato la sua stagione radicale - ha spiegato che «oggi la politica ha fatto molti passi indietro», che «Centocittà» nasce per «contrastare il teatrino della politica, il balletto di partiti e partitini in lotta per qualche posto» e che l'obiettivo finale è quello «di far nascere il partito democratico». Ma in attesa del mitico partito unico della sinistra, Rutelli e i suoi compagni di viaggio hanno fatto capire che si presente- ranno alle prossime elezioni europee con una propria lista. Impresa ambiziosa, ma dall'esito non scontato, almeno a giudicare dalla quantità dei sodali schierati ieri: accanto a Rutelli c'erano il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, quello di Catania Enzo Bianco e il presidente di Lega Ambiente Ermete Realacci, oltre ad un drappello di sindaci, assessori ed ex sindaci di città meno popolose. Un comitato costituente un po' all'osso che ha indotto una giornalista tedesca a chiedere: «Mi stupisce o è un caso l'assenza di sindaci come Bassolino, Orlando, Illy?». E Rutelli: «Ma questo non è il partito dei sindaci», sottolineando quello che è un limite e al tempo stesso un'ambizione del movimento. Dunque si profila all'orizzonte l'ennesimo partito anti-partiti? Magari intercettando gli umori ulivisti e anti-trasformisti, in queste settimane rimasti con pochi punti di riferimento? Il linguaggio forte dei leader di «Centocittà» sembra voler vellicare proprio quell'elettorato, anche se Rutelli, Cacciari e Bianco sanno a memoria che quest'area politica è affollatissima: a sventolare il vessillo dell'Ulivo tradito c'è già Di Pietro, potrebbe arrivare presto Prodi, mentre Veltroni a Botteghe Oscure potrebbe trasformarsi presto in una «sirena» per un elettorato di frontiera. E infatti su questo tema Rutelli è un po' più prudente: «Guardiamo con simpatia a realtà come i Verdi, Prodi, Di Pietro i Ds di Veltroni. Ma siamo nati perché crediamo che nessuno di questi soggetti possa portare la forza di un messaggio che sta in mezzo alle città». In realtà, la carta coperta di «Centocittà» potrebbe essere proprio Prodi. «In questi giorni rivela Rutelli, prima di infilarsi nella sua auto blu - mi sono tenuto in costante contatto con lui», un legame non banale che si è consolidato la mattina in cui Prodi era incerto se accettare o no il reincarico: «Quella mattina a palazzo Chigi abbiamo parlato per più di un'ora», ricorda Rutelli. Ma Prodi, al suo ritorno in Italia, avrà molti corteggiatori: Marini, i comitati Prodi, Di Pietro e il suo camper. Alla fine il cattolico Prodi «cederà» proprio al trio Rutelli-Cacciari- Bianco? Per il momento quelli di «Centocittà» sembrano vivere alla giornata se è vero quel che dice Enzo Bianco: «Potremmo diventare un partito, ma ancora non lo sappiamo» ed «è presto per dire se ci presenteremo alle Europee». Un'incertezza che corrisponde al rovello dei soci fondatori, convinti che il futuro di «Centocittà» si giocherà sulll'impatto che avrà il «lancio» del movimento. Nella «vernice» di ieri, Rutelli er piacione, a dispetto dej suo soprannome, ha dato spazio a tutti. E la parte del leone ha finito per farla Cacciari. Le 35 ore? «Una soluzione conservatrice, una stupidaggine». Lo spazio di «Centocittà»? «Il 60 per cento degli elettori non va più a votare». La formazione del nuovo governo? «Metodo legittimo ma che ha fatto incazzare molta gente». Più si invoca il bipolarismo e più si moltiplicano le sigle? «Il bipolarismo non c'è e non lo roviniamo certo noi che invece puntiamo a far scendere in campo forze realmente bipolariste». Fabio Martini Francesco Rutelli sindaco di Roma e Massimo Cacciari sindaco di Venezia

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