Fossa: se tagliate le tasse partiranno gli investimenti

Fossa: se tagliate le tasse partiranno gli investimenti ANALISI &HLBJE AZIENDE Fossa: se tagliate le tasse partiranno gli investimenti E' ROMA quasi «una luna di miele», scherza il vicepresidente della Confindustria Carlo CaUieri. Tra sorrisi e battute distensive fila liscio l'incontro tra la delegazione dell'associazione delle imprese e il governo: è il primo da quando è diventato presidente del Consiglio Massimo D'Alema. E in un colloquio così sereno affiora la proposta che movimenta subito la discussione sul patto sociale, l'accordo che il governo cerca di chiudere con sindacati e aziende per sostenere lo sviluppo. La proposta che avanza il presidente della Confindustria Giorgio Fossa è: meno tasse in cambio di più investimenti. «Bisogna inventare uno scambio automatico tra investimenti e vantaggio fiscale» spiega Fossa. E il governo cosa ne pensa? «Non c'è stata data alcuna assicurazione, ma non è stato escluso che la proposta possa essere accettata» racconta il presidente della Confindustria. Che Fossa avesse varcato il portone di Palazzo Chigi per invocare un minor carico tributario, D'Alema poteva certo immaginarlo. Lo scorso 8 giugno, Suando, come segretario dei emocratici di sinistra, ricevette Fossa per la prima volta nella sede delle Botteghe Oscure si sentì invocare il sostegno alla riduzione delle tasse alle imprese, considerate eccessive e un freno alle nuove inziative. E, ora che D'Alema è arrivato alla guida del governo, la richiesta è diretta a lui personalmente. Ed è precisa: accelerare la riduzione dell'Irpeg (l'imposta sui redditi delle persone giuridiche) dal 37 al 27% «in cinque anni e non in dieci con un inizio immediato che riguardi il Mezzogiorno e con il successivo allargamento al resto del Paese». Fossa ritiene che non possano sorgere ostacoli: «Presentata in questo modo la proposta, anche la Commissione europea potrebbe non fare obiezioni». A parte la sollecitazione alla riduzione della pressione fiscale, la Confindustria insiste per un taglio degli oneri che gravano sul costo del lavoro («Un piccolo passo è già stato fatto, ma bisogna andare avanti fino a raggiungere il 3% del salario lordo»). Poi nell'incontro la delegazione degli imprenditori parla della contestata riduzione a 35 ore dell'orario di lavoro («Il nostro no è noto»), del decreto sugli straordinari (con l'invito alla Camera a modificarlo), delle infrastrutture necessarie, della semplificazione amministrativa e ovviamente della verifica dell'accordo del luglio 1993 sulla politica dei redditi. Ma l'incontro non lascia il segno per l'approfondimento delle singole questioni. Conta soprattutto per la cordiabtà che le due parti riescono a stabilire. Fra l'altro, comincia già con una nota positiva: la Confindustria gradisce di essere ricevuta prima dei sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, che devono attendere le 11 di oggi per avere un contatto ufficiale con D'Alema. Confessa Fossa: «Ha colpito anche me il fatto che per la prima volta, almeno da quando sono presidente, di Confindustria, la convocazione riguarda prima noi e le altre associazioni imprenditoriali». Il fatto in sé non ha ovviamente alcun valore pratico, ma nella conferenza stampa svoltasi subito dopo l'incontro Fossa ammette: «L'approccio è stato positivo; anche la forma a volte aiuta a fare sostanza». E alla Confindustria non sono sfuggite certe prese di posizione di questi giorni: «Abbia¬ mo apprezzato - è sempre Fossa a parlare - le dichiarazioni e le grandi aperture del presidente D'Alema verso il sistema delle imprese. Ma la verifica si farà sui fatti, sulle scelte. Per ora è presto per giudicare». L'uscita dal governo di Rifondazione comunista, la ritrovata coesione, la nascita di una compagine con una forte caratterizzazione politica sembrano rendere più agevole il confronto tra la Confindustria e Palazzo Chigi. E la nuova stagione si apre così con un nuovo dialogo, un dialogo che ovviamente dovrà portare all'esame dettagliato delle singole questioni aperte della politica economica e soprattutto delle iniziative da definire per dare una spinta all'occupazione e alla debole crescita economica. I segnali positivi non mancano. Fossa coglie l'occasione della conferenza stampa seguita all'incontro di Palazzo Chigi per manifestare la sua stima nei confonti di uno degli uomini di punta della squadra di D'Alema e cioè Antonio Bassolino: «Le buone intenzioni - dice il leader degli imprenditori - bisogna verificarle sul campo, ma devo notare l'attenzióne del ministro del Lavoro nei nostri confronti». Roberto Ippolito Industriali fiduciosi «Le buone intenzioni vanno verificate una volta attuate ma l'attenzione ci sembra positiva» Resta il «no» deciso al decreto delle 35 ore e l'invito a cambiare quello che disciplina gli straordinari «Bisogna rivedersi» Il governo prepara quattro modifiche per la manovra L'opposizione ne ha una trentina Il governo prepara quattro modifiche per la manovra L'opposizione ne ha una trentina Fossa, presidente della Confindustria i redditconcee imprilanccupazzione cambsblocccontrquelloquesta brevdicatoMassicontrpreseimpreatmos-un sesocialk H li IJl - (comdeternellane e econaffrosoluzfasi oLode launa L'am Il ministro del Lavoro Antonio Bassolino Fossa, presidente della Confindustria

Luoghi citati: Fossa, Roma