L'EUROPA PERDE LA SFIDA CIBERNETICA

L'EUROPA PERDE LA SFIDA CIBERNETICA «colonia» degù usa L'EUROPA PERDE LA SFIDA CIBERNETICA SUPPONIAMO pure che il campione di 50 top esponenti della cyber-élite presentato dalla rivista «Time» nel suo ultimo numero sia un pochino capzioso, ovvero sia distorto a favore degli americani. Teniamo pure conto che esso include di proposito personaggi che oltre ad avere realizzato grandi innovazioni nel campo del software, dei microprocessori, di Internet, dell'editoria, del commercio elettronico, dell'industria ell'intrattenimento, hanno anche fatto palate di quattrini. Un criterio che potrebbe escludere, obietterà qualcuno, degli inventori tecnicamente bravissimi ma poco fortunati sul piano economico. Resta il fatto che, scontati i suoi limiti, il campione di «Time» appare un metro quanto mai efficace per misurare l'enorme distanza che separa gli Stati Uniti dal resto del mondo, e in particolare dall'Europa, nel campo delle nuove tecnologie. Vediamo infatti che su 50 membri della cyber-élite ben 40 sono americani, quali che siano le loro origini nazionali; quattro sono giapponesi, tre cinesi, uno è australiano (Murdoch) e uno brasiliano. E gli europei? Sono due in tutto, appaiati per ricchezza al trentottesimo posto; due tedeschi specializzati nel produrre programmi informatici che permettono alle grandi imprese, con le loro migliaia di unità operative sparse per il mondo, di operare in modo integrato. Quel che il campione di cyber-élitari censiti da «Time» manda a dire è che nel campo delle tecnologie infotelematiche, e settori connessi, che tutto lascia prevedere domineranno gran parte del prossimo secolo, gli europei Luciano Gallino CONTINUA A MG. 10 PRIMA COLONNA

Persone citate: Luciano Gallino, Murdoch

Luoghi citati: Europa, Stati Uniti