La lussuria? Ha gli occhi blu di Enrico Benedetto
La lussuria? Ha gli occhi blu In un dizionario francese tutto sul colore che ha invaso gli affari, il costume, la politica La lussuria? Ha gli occhi blu Leggero o allusivo, terrorizzò le legioni di Cesare in Britannia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Parbleu! Poteva mancare nel Dizionario del blu l'interiezione più celebre (almeno all'estero) che il francese contempli? E infatti, nel suo dottissimo saggio monocromatico, il Cnr transalpino l'inventaria con il dovuto riguardo. Ma scopriamo - sorpresa - che il blu non c'entra. O meglio, sostituisce per analogia fonetica nientemeno che Dio. A essere franchi, bisognerebbe insomma esclamare «Pardieu!». Però anche i bestemmiatori temono, in fondo, le folgori divine. E a ogni latitudine: ne testimonia lo slittamento di «per Dio!» nel farisaico «perdinci». Non prendiamocela quindi con la machiavellica dissimulazione francese che trova nel «blu» un complice inatteso. A percorrere le 257 pagine che la linguista Annie-MollardDesfour gli dedica, si rimane comunque sorpresi per l'incidenza del colore su costume, affari, politica... Cominciamo dall'ultima. La «terza via» di Blair e Schroeder non ha ancora una tinta ufficiale - se escludiamo il poco vendibile rosa pallido. Perché non il blu? Introdotto nel caleidoscopio politico francese sin dal 1830, designa un «amico della Rivoluzione» dunque ostile ai clerical-reazionari «bianchi» - ma immune dal fanatismo «rosso». In altri termini, un socialdemocratico ante litteram. E tuttavia, durante la prima guerra mondiale il «blu» incorporò una nuance patriottica. Colpa delle uniformi. Parigi ribattezzò la maggioranza governativa (Clemenceau, più blocco nazionale) uscita dalle Politiche nel '19 «Camera blu». I nuovi parlamentari ostentavano ancora le divise da ex combattenti, donde l'appellativo. Ma nella successiva fase, il nazionalismo non colse la chance di annettersi il blu, giudicandolo troppo etereo. E anche oggi il Front National gli privilegia il tricolore di Francia, iù vigoroso e mosso. Morale, il lu cerca padrone. Come il futuro di cui è simbolo. Se i politici gh volgono provvisoriamente le spalle (e non ovunque: in Italia si ritrova corteggiatissimo da Silvio Berlusconi, pur tentando i suoi avversari) la cittadinanza lo plebiscita. Apprendiamo che oggi il blu «aggrega» meglio - e senza eccezione alcuna - della concorrenza. Non sarà passionale come lo scarlatto, ma in compenso rasserena. E senza avere la iattanza ecologica del verde, se- cerne comunque un messaggio ambientale preciso. Grazie al cielo. Che, quando c'è di mezzo il blu, possiamo scrivere con la «c» maiuscola. Abitualmente agli antipodi, l'iconografia sacra tradizionale e la New Age si concedono un piccolo flirt monocromatico. Se «La vie en rose» ha per capolinea l'amore, quella nel blu dipinto di blu è paradisiaca come il manto - azzurro, dicono - di Maria. Una bella revanche per il «blaewaz». Non a caso le lingue romanze vanno a pescare il blu nel vocabolario dei barbari per eccellenza, i Teutoni. La forma mentis latina lo disdegnava. Nessuno avrebbe mai cantato 20 secoli fa «Lisa dagli occhi blu»: per una donna, averli era sinonimo d'indole lussuriosa. E l'uomo se la cavava ancor peggio. I Britanni accolsero i Legionari di Cesare con un maquillage che li trasformava in pelleblu, terrorizzandoli. Storia antica, ma non troppo. Prima che arrivasse una tardiva assoluzione, il blu continuò a essere in odor di zolfo per quasi un millennio. Le ultime tracce svaniranno solo nel Sette-Ottocento. La prova? Il blues. La più struggente fra le melodie contemporanee è l'abbreviazione di «blue devils», ossia diavoli blu. Chi li immaginava rossi rimarrà deluso. Sappia che in livrea scura Belzebù non arrostisce il peccatore ma distilla nella sua anima il veleno di uno spleen mortale. La paura è blu, dicono tuttora i francesi. La depressione anche. Fortunatamente ci sono i blue-jeans. Raymond Queneau li francesizzerà in «bloudjinnzes». Ma in fondo non ce /era bisogno. Quel «jeans» deriva dall'alterazione anglosassone nel pronunciare «Janne(s)» Genova in francese arcaico. Il porto ligure non esportava forse le tele utilizzate oltreoceano per confezionare il pantalone più famoso al mondo? E già che ci siamo, approfittiamone per un secondo colpo basso alla simbologia nordamericana. Adoratissimi dai teen-ager, i mitici «denim» nascondono un ulteriore svarione. Le pezze arrivavano, banalmente, dal Midi francese. Anzi, «de Nimes», come attestato dallo spedizioniere. Parbleu! Enrico Benedetto «Parbleu», classica esclamazione francese è un travestimento irrispettoso di Pardieu
Persone citate: Clemenceau, Morale, Raymond Queneau, Schroeder, Silvio Berlusconi
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