Ora Londra punta sull'Euro di Fabio Galvano

Ora Londra punta sull'Euro ANALISI LA GRANDE ALLEANZA Ora Londra punta sull'Euro Schroeder preme su Blair: «Fate presto» SLONDRA I gioca all'insegna dell'Euro la nuova alleanza europea fra Tony Blair e Gerhard Schroeder. Sarà un caso, ma il premier britannico ha atteso la visita del Cancelliere tedesco - la prima da quando l'ospite ha assunto le piene funzioni di governo, e per questo definita «storica» - per annunciare che l'Inghilterra è fuori dall'Euro, ma si prepara al grande balzo; che è, insomma, molto più vicina al bivio di quanto si credesse. Mentre il ministro responsabile dell'economia, Gordon Brown, annunciava al congresso della Confindustria britannica l'avvio a gennaio di un controverso «piano nazionale di conversione» per prendere il passo dell'Euro, Blair intratteneva Schroeder a Downing Street - due ore fitte di colloqui - discutendo i temi economici che la crisi mondiale impone nel breve termine e, guardando al futuro, la realtà di un Euro che a Londra dispiace sempre di meno. Era inevitabile che al vertice londinese si parlasse anche di «terza via» (o «Neue Mittel», per dirla con Schroeder): con la creazione, anzi, di un gruppo di lavoro anglo-tedesco pe creare più forti legami fra i due governi e «contagiare», se possibile, gli altri partner. «Per mettere le nostre economie nazionali - ha detto il Cancelliere - su un sentiero dettato al tempo stesso da modernizzazione e giustizia sociale». Hanno discusso di Iraq - unanime la condanna di Saddam - e di equilibri europei (anche nella conferenza stampa congiunta Blair e Schroeder hanno fatto grandi sforzi per dire che la Francia non verrà scavalcata e l'Italia non sarà dimenticata). Ma se la lingua batte dove il dente duole, quella dei due leader europei non poteva che toccare i problemi dei tassi («Nessun accor do - ha detto Blair - ma abbiamo ogni diritto di discuterne senza minare l'indipendenza delle banche centrali»), il rilancio dell'occupazione, insomma le armi per affrontare la crisi. Sotto l'ombra, inevita burnente, dell'Euro. Blair non ha potuto far altro, mentre l'opposizione conservatrice già accusava il governo di «precipi tare la Gran Bretagna a testa bassa verso la moneta unica», che confermare il grande progetto illustrato da Brown (e che successivamente Schroeder, anch'egli a Birmingham ospite degh industriali inglesi, ha definito «un passo importante sulla strada giusta»). Si ha ormai la chiara sensazione che per il governo laburista non sia più questione di «se» ma di «quando». Non c'è nessun cambiamento nella strategia del «prepararsi prima e decidere poi», ha detto Brown; ma ogni sua successiva parola è parsa sottolineare che la Gran Bretagna non può restare a lungo fuori del terreno di gioco. Ecco allora il governo impegnato nella messa a punto di una strategia per mettersi in corsa e inserirsi, al momento opportuno, fra gli altri corridori. Quando a gennaio gli undici Paesi dell'unione monetaria bloccheranno i loro tassi di cambio e d'interesse, Londra pubblicherà un documento del governo «in cui saranno illustrati - ha detto - tutti i passi pratici necessari per aderiore all'Euro». «Indicheremo tappa per tappa tutte le procedure che dovranno essere seguite, preciseremo tutte le conseguenze pratiche dei cambiamenti e daremo consigli alle società su come gestire i loro preparativi». Non solo: sarà formato un gruppo multipartitico per discutere e mettere a punto i preparativi, guidato dal laburista Michael Wills, ma per il quale già si fa il nome di Kenneth Clarice, ex Cancelliere del¬ lo Scacchiere conservatore noto per la sua fede europeista e per questo in aperto contrasto con la vasta schiera euroscettica del suo parti to. Il governo laburista ha sempre escluso l'ingresso nell'Euro prima delle prossime elezioni, cioè prima del 2002. Tale impegno, ha ripetuto ieri Brown, non è cambiato. Ma se alle parole seguiranno i fatti, se ai timori di Londra si sostituirà una maggiore fiducia nel futuro dell'Unione monetaria, anche la barriera del 2002 sembra improvvisamente labile. L'atteso «momento propizio» potrebbe presentarsi prima. Fabio Galvano Il premier britannico Tony Blair