Da Bonn un super patto per il lavoro

Da Bonn un super patto per il lavoro I prepensionamenti saranno coperti da un fondo contrattuale pagato da dipendenti e imprese Da Bonn un super patto per il lavoro «Largo ai giovani, chi ha 60 anni vada in pensione» BONN dal nostro corrispondente Un «patto fra generazioni» per combattere la disoccupazione. Un abbandono anticipato del lavoro, a partire magari dai sessantanni, per lasciare spazio ai giovani. Di fronte a un'emergenza che - confermano le proiezioni più recenti - l'anno prossimo si sarà forse un poco attenuata ma confermerà quote record, oltre quattro milioni di iscritti alle liste di collocamento, il governo di Gerhard Schroeder tenta la strada del ricambio volontario, del «negoziato fra le fasce di età»: un progetto già sponsorizzato dai sindacati che il nuovo ministro del Lavoro Walter Riester, ex numero due dell'«IG Metall», ha subito fatto suo. «Soltanto se un maggior numero di lavoratori più anziani si ritireranno potremo assumere un maggior numero di giovani», sostiene Riester. «Ma gli anziani non possono abbandonare il lavoro, oggi, perchè con l'attuale sistema dovrebbero rinunciare a una parte troppo elevata della loro pensione». Se si realizzasse il «patto fra generazioni» invece, insiste il ministro, i lavoratori sarebbero tutelati ma an- che le imprese otterrebbero consi- derevoli vantaggi: «Oggi le aziende lavoratori sarebbero tutelati ma an che le imprese otterrebbero considerevoli vantaggi: «Oggi le aziende hanno in carico lavoratori anziani anche se non non sono più al passo con la qualificazione. E questo fenomeno si aggrava, con l'età della pensione in aumento. Un quadro poco invitante, per gli industrialli». Ma quali possibilità di successo ha il progetto Riester, considerato che le pensioni anticipate dovranno essere finanziate, con un carico prevedibilmente molto elevato? Il ministro garantisce che questa «ridistribuzione del lavoro» non graverà sulla cassa pensioni. Il finanziamento, afferma, avverrà grazie alla costituzione di un «fondo contrattuale» nel quale imprese e occupati saranno obbligati a versare una certa quota del salario: l'uno per cento, a quanto pare, dell'aumento annuale. Troppo poco, si obietta, per riuscire davvero a coprire i costi aggiuntivi. «Soltanto un libro dei sogni», avverte il leader dell'associazione industriale «DBA», Dieter Hundt: «Un progetto non finanziabile, che servirebbe soltanto a gravare di nuovi costi le imprese». In queste condizioni, avverte Hundt, diventeranno sempre più difficili i colloqui fra governo, sin- dacati e imprenditori per la costitu- Kundt, diventeranno sempre più difficili i colloqui fra governo, sin dacati e imprenditori per la costituzione di un «Patto sul lavoro»: il suo inizio è previsto per la fine di novembre, ma il suo successo, secondo il leader industriale, «è messo a repentaglio da una politica fiscale e sociale che è obiettivamente un rischio per la ripresa dell'economia e il rilancio del mercato del lavoro». Riester, al contrario, considera la costituzione del «fondo contrattuale» uno dei pilastri del futuro «Patto»: una priorità assoluta nei colloqui con le parti sociali. Hundt contesta anche un'altra richiesta avanzata dal leader della confederazione sindacale «DGB», Dieter Schulte, al nuovo governo rosso-verde: il drastico taglio degli straordinari, pari a 1 miliardo e ottocentomila ore l'anno. «Uno scandalo che costa novecentomila posti di lavoro», denuncia Schulte. «Un livello ai mimmi storici, dal momento che ogni lavoratore fa in media un'ora di straordinario la settimana», ribatte Hundt. Se ne riparlerà all'avvio del «Patto». Emanuele Novaazio /m**.m*i a ifiiumhiii CQSC L EUROPA Ngf \_J I COSE'L EUROPA DISOCCUPATI IN PERCENTUALE DELLA FORZA LAVORO] 4,5

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