Cento immortali entrano nel Pantheon di Milano

Cento immortali entrano nel Pantheon di Milano Albertini: rivive un'antica tradizione Cento immortali entrano nel Pantheon di Milano Tra i grandi anche Euzzati e Visconti , La cerimonia con familiari ed eredi MILANO. Dopo 30 anni di «dimenticanza», nel senso che per 30 anni nessuno se ne era più occupato, 100 nomi nuovi raggiungono i cittadini illustri al Famedio, il Pantheon degli immortali di Milano, dove sono scolpiti a eterna memoria coloro che fecero grande la città. Una fatica che fa giustizia di qualche grave dimenticanza e cerca di mediare tra i protagonisti di un più recente passato. Vengono ripescati Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Antonio Fogazzaro, mentre Anna Kuliscioff raggiunge tra i «cittadmi distinti nella storia patria» l'amato Filippo Turati. In una certa confusione di accostamenti casuali, nella lapide dove da tempo campeggia Stendhal, sfilano ora Tommaso Gallarati Scotti, Carlo Emilio Gadda e Dino Buzzati, Giulio Natta e Vittorio Sereni, Luchino Visconti e Arturo Toscanini, la Callas e Giulio Ricordi, Montale e Marinetti, De Sanata e Strehler, De Chirico e Savinio, Fontana, Boccioni e De Pisis, Manzù e Marino Marini. E ancora: Luigi Albertini, il direttore che fece grande il Corriere della Sera, Elio Vittorini e Leo Longanesi, Luigi Barzini Jr e Orio Vergani. «Dopo 30 anni di colpevole dimenticanza viene ripristinata questa tradizione - ricorda il sindaco Gabriele Albertini in una cerimonia improntata a semplicità, senza fanfare né chiasso -. Oggi c'è spazio per la memoria collettiva, e Milano torna a onorare chi l'ha resa grande». Ad ascoltare il sindaco una attenta platea di familiari e eredi. Siedono in prima fila Leopoldo Pirelli, il cui nonno Giovanni Battista è scolpito tra i nuovi «benemeriti», Alberto Ru- «Oggi c'per la mcollettivatorna a onl'ha resa è spazio memoria e la città norare chi illustre» sconi per onorare il padre Edilio, Emanuela Bompiani e Gioia Falck per ricordare il padre Valentino e il nonno Giorgio Enrico, la nipote di Toscanini, Emanuela. Ci sono giovani Mondadori, capitanati da Cristina Formenton, a rendere omaggio a nonno Arnaldo, c'è la figlia di Natta, Franca Pesenti, la vedova Strehler, Andrea Joansson, gli eredi Pizzoni. «Era ora...», sospira Almerina Buzzati, mentre un signore puntiglioso fa un elenco degli «illustri dimenticati», e snocciola i nomi dell'architetto Rogers, padre della torre Valasca, del filosofo Antonio Banfi, del pittore Morlotti, dell'editore Feltrinelli. A dire il vero, di pittori ne sono entrati parecchi nei «100», e nemmeno il settore «architetti» si può lamentare: accanto a Giuseppe Terragni, Giò Ponti, Piero Portaluppi, Figini, Pollini, Sant'EJ lià e De Fihetti, spunta perfino Aldo Rossi, l'uomo della contestata fontana in onore di Pertini. Tra gli editori, assurgono all'empireo anche Mazzocchi e Hoepli, mentre nella «storia patria», con Pasquale Sottocorno e Filippo Meda, ecco il cardinal Montini ovvero papa Paolo VI, il generale Alberto Della Chiesa, il primo presidente del Consiglio del dopoguerra Ferruccio Parri, Cesare Merzagora e Giovanni Spadolini. Nel lungo elenco dei «benemeriti» arrivano il sindaco della Milano «liberata» Antonio Greppi e il cardinale dell'era fascista Schuster e i più illustri imprenditori della Milano dei «dané»: Motta e Alemagna, Caproni e Crespi, Borletti e Tosi, Bugatti e Breda, Valeria Sacchi «Oggi c'è spazio per la memoria collettiva e la città torna a onorare chi l'ha resa illustre» L'ex presidente del Senato Giovanni Spadolini è tra le 100 personalità che sono state accolte nel Pantheon di Milano

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