Giallo dietro un delitto di S. T.

Giallo dietro un delitto Giallo dietro un delitto Un'albanese uccisa a Rieti «Forse un traffico d'organi» LECCE. Un traffico di organi tra Italia e Albania. E' solo un sospetto che si aggiunge alle voci e soprattutto ai timori di anni. Il sospetto si chiama Besnike Dashi, una ragazza di 21 anni uccisa a Rieti nell'agosto scorso e il cui cadavere, riportato a Durazzo qualche giorno fa, non aveva né capelli, né occhi. Se n'è accorta la madre la quale, nonostante la figlia fosse morta due mesi prima, ne ha voluto vedere il corpo. A maggio la ragazza, incinta, era arrivata nel Salento, con il suo compagno. Fu ricoverata in ospedale e dimessa dopo qualche giorno. Le cronache si occuparono di lei l'I 1 agosto. Il suo corpo fu infatti ritrovato a Cittareale, vicino a Rieti. Era rinchiuso in una valigia. Deceduta per asfissia. Rimasta a disposizione delle autorità italiane, la salma è tornata in Albania il 28 ottobre scorso. Da Durazzo, dov'è arrivata in nave, è stata trasportata fino a Berat, la città dalla quale la donna era partita. E qui la madre ha lanciato l'allarme. Non ci sono certezze, si possono solo avanzare ipotesi. Non si esclude, per esempio, che la donna possa essere stata vittima dei feroci clan albanesi che mettono sul marciapiede loro connazionali e le puniscono al minimo sgarro mutilandole, come si è già scoperto in più occasioni. In quanto all'ipotesi del traffico di organi umani, la vicenda potrebbe tuttavia irrobustire le voci provenienti, in passato, anche dall'Albania e dal Kosovo. In un'intervista pubblicata dal quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno», due giovani kosovari hanno raccontato di avere sentito parlare di traffico di organi e confermato - avendovi assistito direttamente - che le milizie serbe massacrano le proprie vittime strappando loro occhi e capelli. E hanno aggiunto che questa atroce pratica avviene anche, dietro pagamento di 100 marchi (versati da chi, non è chiaro), nelle caserme. [s. t.]

Persone citate: Berat, Dashi