Arrestato con il dittatore Vantico ordine mondiale

Arrestato con il dittatore Vantico ordine mondiale F OPINIONE =1 Arrestato con il dittatore Vantico ordine mondiale QPARIGI UALI ne siano le conseguenze giudiziarie, l'arresto a Londra dell'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, salutato con soddisfazione dai democratici di tutto il mondo, rappresenta ormai un grande fatto politico. Significa che la coscienza universale colloca oggi il diritto al di sopra degli Stati. Non sono tempi per i criminali di Stato e gli Stati criminali. Quel che oggi vale per Pinochet potrà valere domani per Fidel Castro responsabile di migliaia di arresti, di torture e di assassinii - e per i fautori della pulizia etnica, gli integralisti fanatici, i sistemi militari dai metodi criminali, i dirigenti dei regimi totalitari o dispotici. L'arresto di Pinochet si inscrive in un movimento che, oltre gli Stati, conquista il centro di un dibattito politico rinnovato. Il processo Papon che è stato anche il processo allo Stato francese sotto Vichy -, i tribunali penali internazionali per l'ex Jugoslavia e il Ruanda, il trattato di Roma del 17 luglio scorso che istituisce la Corte criminale internazionale, approvato da centoventi Stati, sono altrettanti segni di questo movimento. La questione non è nuova, e la cronaca dei secoli è fatta in gran parte della lotta eterna tra il diritto e la forza. I fautori della forza hanno la loro scuola di pensiero. Quella che fa dello Stato sovrano la fonte del diritto. A questa scuola se ne contrappone un'altra: quella dell'umanesimo liberale che, proclamando i diritti dell'uomo, ne fa la fonte del diritto, poiché l'uomo possiede per la sua stessa natura diritti inalienabili, superiori a qualsiasi potere. Il ventesimo secolo, con l'ascesa del potere degli Stati, sullo sfondo delle due guerre mondiali e delle due ideologie totalitarie, è stato in gran parte il secolo della subordinazione del diritto alla politica. La sottomissione del diritto è stata innalzata a scienza: il «positivismo giuridico», che rifiuta qualsiasi giudizio etico sul valore di un ordine giuridico e per il quale uno Stato legittimo non può che creare diritto legittimoTerribile concezione del dirittoquesto anti-umanesimo giudirico che ha condotto i funzionari di un regime - quello di Vichy - a emanare leggi antisemite, a commentarle e applicarle senza scrupoldi coscienza, come se si fosse necampo del diritto immobiliare. Nel momento in cui il secolo sI compie, dopo decine di milioni dAlain Madelin vittime che hanno conosciuto le peggiori sofferenze e umiliazioni, ecco che infine ritroviamo questa verità aprioristica, oggi assunta alla coscienza universale: la fonte del diritto non è lo Stato, ma l'uomo stesso (...). Troppo a lungo l'esistenza di un blocco totalitario a Est è parsa giustificare il concubinaggio tra le democrazie occidentali e regimi poco raccomandabili. Il diritto si inchinava alle esigenze della politica e ai rapporti di forza. Fu così che abbiamo fatto del principio di «non ingerenza» una regola delle relazioni internazionali, e che in nome del rispetto della sovranità degli Stati - e anche, è vero, di fronte al rischio di un meccanismo che poteva condurre all'apocalissi nucleare - la «non ingerenza» ha condotto alla «non assistenza» dei popoli in pericolo. Questa fine secolo segna il superamento di questa concezione assoluta della sovranità statuale. Il nuovo secolo imminente ci offre la bella promessa di un ordine internazionale civilizzato, dove gli Stati, tutti gli Stati, saranno soggetti a un diritto che li scavalcherà. E' quel che annuncia - iltrattato istitutivo della Corte criminale internazionale: un tribunale permanente dotato di una giurisdi- zione su scala mondiale, che possa mettere sotto accusa e giudicare individui per crimini di guerra, cammini contro l'umanità e genocidio. Ci sarebbe certo molto da dire su questo trattato. La futura Corte non avrà competenza retroattiva; gli Stati firmatari avranno la possibilità di non riconoscere la competenza della Corte per crimini di guerra per un periodo di sette anni. Soprattutto, la Corte non potrà giudicare le persone che non appartengono a un Paese firmatario - o non hanno commesso delitti in uno dei Paesi firmatari; a meno che non sia lo stesso Consiglio di sicurezza dell'Onu a ricorrere alla Corte. Questo aspetto, tenuto conto, ad esempio, del diritto di veto della Cina, mette ancora al riparo del nuovo diritto internazionale larghe parti del mondo. Eppure il trattato di Roma rappresenta uno straordinario progresso dell'idea di diritto. L'arresto di Pinochet è anche l'arresto della nostra concezione del diritto, della giustizia e della sovranità dello Stato. Alain Madelin Presidente di «Démocratie libérale» Copyright «Le Monde e per l'Italia «La Stampa e» de» ripa Alain Madelin

Persone citate: Alain Madelin, Augusto Pinochet, Fidel Castro, Madelin, Papon, Pinochet

Luoghi citati: Cina, Italia, Jugoslavia, Londra, Roma, Ruanda