Foro Italia sfida D'Alema «Di la tua su Tangentopoli» di R. Int.

Foro Italia sfida D'Alema «Di la tua su Tangentopoli» Commissione d'inchiesta oggi alla Camera Foro Italia sfida D'Alema «Di la tua su Tangentopoli» La maggioranza è orientata al no E' la Lega Nord l'ago della bilancia ROMA. Vigilia «calda» per il ritorno in aula alla Camera della richiesta di istituire una commissione su Tangentopoli. Da oggi, infatti, l'assemblea di Montecitorio è chiamata per la terza volta a decidere se istituire una commissione che ricostruisca una tormentata «pagina» della nostra storia Repubblicana. Il voto è previsto per giovedì; se non verrà rinviato per l'ennesima volta, le previsioni sulla carta fanno pensare più a un «no» che a un «sì». Fortemente voluta dal Polo, la commissione dovrebbe raccogliere l'assenso compatto soltanto dei Socialisti democratici di Boselli («Non riesco francamente a capire come il centrosinistra potrebbe spiegare agli italiani perchéviene negato il diritto a conoscere la verità sul più grande scandalo dell'Italia repubblicana»), accanto a quello di Forza Italia, An e Ccd. Ma, al momento, la maggioranza è quasi tutta schierata per il «no». Si dicono contrari i Ds, i Popolari, i Comunisti e gran parte dell'Udr (il partito di Cossiga formalizzerà solo oggi la sua posizione: «Dalla libertà di coscienza si potrebbe passare ad un no - annuncia Roberto Manzione, vicepresidente dei deputati considerato che la maggioranza dei parlamentari ad oggi è orientata per il voto contrario». Più disponibili i Verdi (che però condizionano il «via libera» all'accoglimento di alcuni «paletti»), mentre i deputati di Rinnovamento italiano avranno libertà di coscienza. Per il «disco rosso» è anche Rifondazione Comunista. Tuttavia, in un panorama così composito, è la Lega che potrebbe risultare decisiva nel voto e che è già pronta a fare nuovamente da ago della bilancia. I «lumbard» hanno presentato due emendamenti (per indagare se la procura di Milano abbia svolto indagini nei confronti di tutti i partiti politici tra il '74 ed il '90; e sull'uso negli anni "caldi" dell'obbligatorietà dell'azione penale e della custodia cautelare) che considerano condizioni "imprescindibili" per dare l'assenso alle richieste del centrodestra: «H Polo vuole i nostri voti? Voti - dice Rolando Fontan - in maniera compatta i nostri emendamenti». Ma è una posizione che la esterrefatto il centro-destra: «Sono emendamenti-suicida, forse addirittura incostituzionali - spiega l'azzurro Franco Frattini -. Dicano allora che, all'indomani della strizzatina d'occhio di Bossi a D'Alema e nella prospettiva di un rapporto organico tra la Lega e Palazzo Chigi, sono pronti ad affossare la Commissione...». E' indubbio, comunque, che l'istituzione della commissione d'inchiesta continua a rappresentare un banco di prova - il primo del governo D'Alema - sui rapporti tra maggioranza ed opposizione. Come potrebbe influire l'eventuale voto contrario della maggioranza o di parte di essa all'indomani dell'apertura al dialogo? Risponde Beppe Pisanu, presidente dei deputati di Forza Italia: «Sarebbe una contraddizione all'offerta di dialogo e cadrebbe come un macigno sull'apertura». E Franco Frattini, presidente del comitato sui Servizi Segreti e relatore di minoranza della proposta di legge istitutiva della commissione, avverte: «Nel momento in cui tende la mano a Berlusconi per la riscrittura delle regole, D'Alema deve dire la sua anche sulla com missione per Tangentopoli, che l'opposizione considera la cartina di tornasole di un'effettiva volontà di dialogo». Stamane, la maratona riparte; e già in giornata si potrà capire che aria tira. Già nel pomeriggio, in aula, potrebbe intervenire lo stesso Silvio Berlusconi. [r. int.]

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