Miliardi Fininvest in Svizzera di Paolo Colonnello

Miliardi Fininvest in Svizzera Giovedì riparte il processo contro Berlusconi, Previti e Squillante. Scoperto un nuovo conto di Pacifico Miliardi Fininvest in Svizzera L'accusa: servivano a corrompere igiudici MILANO. «Chiamo da parte di Rocco». Con questa frase convenzionale, dal marzo 1991 alla fine del 1992, la Fininvest avrebbe trasferito in Svizzera, tramite una società di «spalloni», oltre 17 miliardi di lire: in contanti e con somme mai superiori ai 500 milioni a trasporto. Dal 1993, dopo essere finiti su conti che secondo la Procura avrebbero alimentato anche la corruzione di alcuni magistrati della capitale, una parte di questi soldi sarebbero tornati in Italia, nella sede di Segrete e sempre con il solito sistema. E' quanto emerge dai verbali dei responsabili delle società di trasporto contanti, sentiti tramite rogatoria a Bellinzona tra il 10 agosto e il 16 ottobre scorso, alla presenza del procuratore generale elvetico Carla Del Ponte e dei pm Ilda Boccassini e Gherardo Colombo. Testimonianze che adesso, insieme ad altri documenti - un nuovo versamento in Lussemburgo a favore di Fabio Squillante e gli investimenti di suo padre, l'ex capo dei gip romani Renato Squillante in Canada e Usa formano un nuovo faldone depositato il 18 ottobre scorso agli atti del processo sulla corruzione dei giudici della capitale. Giovedì 5 novembre seconda udienza preliminare del processo che ha come imputati eccellenti da Berlusconi a Previti, da Squillante agli avvocati Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. I trasferimenti di capitali che secondo l'accusa sarebbero stati ordinati dalla Fininvest avrebbero alimentato in parte la società off-shore Ali Iberian e i conti «Ampio», «New Amsterdam» e «Polifemo»: tutte sigle già ritrovate nell'indagine sulla corruzione dei magistrati e dei falsi in bilancio. Ricorda Elena Bauco, titolare della «Cambi-Diba», società specializzata in «trasporti di valute» che fu proprio Giorgio Vanoni, responsabile del comparto estero Fininvest a chiederle di organizzare questi trasporti di denaro: «Questo signore mi ha chiesto se la mia società era disposta a ritirare contante dalla Fininvest, portarlo in Svizzera e accreditarlo sui conti correnti che mi sarebbero stati indicati... Il si¬ gnore mi disse che dovevo rivolgermi a un certo numero telefonico di Milano e che la persona che prendeva contatto con questo numero doveva qualificarsi come Rocco...». Ben meno imponenti, ma sempre interessanti, gli investimenti all'estero dell'ex giudice Renato Squillante. Alberto Camerini, fiduciario dell'ex giudice, e da lui stesso indicato come testimone, in una memoria ricorda che Squillante gli fu presentato nel 1979 dal defunto ex ministro delle partecipazioni Statali, nonché ex presidente Consob, Franco Piga. Dal 1980 fino al 1989,-Camerini avrebbe investito per Squillante centinaia di milioni in quote di operazioni immobiliari: da un lussuoso condominio di Beverly Hills (California) a un ufficio postale, un edificio industriale a un centro com¬ merciale a Montreal in Canada. . Si chiama «Giubileo» invece il nuovo conto che i pm milanesi attribusicono all'avvocato civilista Attilio Pacifico, il collega e amico di Previti che i magistrati indicano come uno dei terminali per la distribuzione dei soldi ai colleghi corrotti. Su questo conto il 9 febbraio 1993 sarebbero transitati 475 milioni, finiti tre giorni dopo su un conto della Sbs del Lussemburgo riferibile a Fabio Squillante, uno dei figli di Renato. «Qualsiasi passaggio di denaro - ha detto l'avvocato Valerio Spigarelli, difensore di Fabio Squillante - è regolare, come gli altri, soldi passati da padre a figlio, che viveva all'estero da anni. Nulla a vedere con presunte corruzioni». Paolo Colonnello L'ex capo dei Gip romani Renato Squillante