«Colpa dell'effetto serra»

«Colpa dell'effetto serra» INTERVISTA I/ESPERTO DELL'«ENEA» «Colpa dell'effetto serra» «Aumenta la frequenza dei cataclismi» ALCUNI numeri: in Nicaragua cadono 7 mila millimetri di pioggia l'anno, di cui mille millimetri in un solo mese, in genere a novembre. Questi ultimi sono quelli che si registrano normalmente in Italia in 12 mesi. Si aggiunga poi che è un Paese in via di sviluppo, sprovveduto di fronte a queste emergenze. Le conseguenze sono purtroppo drammaticamente prevedibili». Ma dietro le «grandi inondazioni» - di cui l'America Centrale è solamente l'ultima vittima - c'è qualcosa di più, come spiega il dottor Vincenzo Ferrara, direttore della divisione climatica dell'Enea e rappresentante italiano nel comitato intergovernativo delle Nazioni Unite dedicato allo studio di questi problemi. Dall'America all'Indonesia, dalla Cina all'Australia la pioggia è diventata un incubo con migliaia di morti, di sfollati, di case travolte dal fango, di raccolti perduti. Che cosa sta accadendo sul nostro pianeta? «Quello che sta cambiando è la frequenza di questi "fenomeni estremi". Nelle zone subtropicali come l'America Centrale e i Caraibi è normale che in ottobre e in novembre, ovvero in una fase di cambiamento di stagione, si formino uragani di tali dimensioni. A causarli e a alimentarli è la massiccia invasione di aria fredda sui mari caldi. Ma se in passato la frequenza di questi uragani era di circa 4 l'anno, ora la percentuale è in salita. Non solo. Bisogna considerare che i danni in questi Paesi sono più evidenti soprattutto perché sono aree in via di sviluppo, poco attrezzate e dove la maggior parte della popolazione vive in condizione di povertà. Il territorio è più vulnerabile, non si fa prevenzione e sovente non esistono nem meno le previsioni meteorologiche». La maggiore frequenza annuale di uragani a che cosa è dovuta? «E' legata all'aumento della temperatura media su tutta la Terra». Come sono legate le due variabili? «Il riscaldamento climatico presuppone una maggiore energia nell'atmosfera. Ora, questa tende a distribuirsi andando a condizionare il ciclo dell'acqua, che viene accelerato, e quello del carbone. Il risultato è l'aumento generale dei fenomeni di precipitazione. E' come pigiare sull'acceleratore di un'auto: fornendole più energia, ne aumento la velocità. Insomma, a maggior calore corrisponde maggiore attività». Anche l'Europa, quindi, non si sottrae a questa tendenza? «Vale lo stesso discorso, tanto è vero che la frequenza delle piogge è in aumento. Essendo però una zona del mondo che gode di un clima temperato, la violenza delle precipitazioni sarà comunque sempre inferiore rispetto a quella delle zone tropicali. Ma d'altra parte, tutto quello che sta accadendo era stato ampiamente previsto dagli scienziati». Ovvero? «Esiste un rapporto del comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Uniti in cui al maggior riscaldamento della Terra vengono inevitabilmente collegati uragani e tifoni di grande intensità. Semmai, ora il problema è cercare di limitare i danni causati dalle attività umane responsabili di questo innalzamento di temperatura. Parlo delle emissioni nell'atmosfera di gas ad "effetto serra" che contribuiscono a trattenere il calore. E se ne parlerà da oggi alla Conferenza mondiale sul clima che si apre a Buenos Aires». Il «Nino» è tra i responsabili del devastante uragano che sta colpendo l'America Centrale? «No, lui non c'entra. Ma va detto che questo fenomeno di riscaldamento anomalo dell'Oceano Pacifico che all'inizio del secolo si presentava ogni 7 anni, ora è arrivato a farsi sentire quasi ad anni alterni. Idem per la "Nina", il corrispettivo raffreddamento anomalo dell'Oceano. E i responsabili di queste accelerazioni, purtroppo, sono proprio l'uomo e l'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera dovuta al consumo di combustibili fossili». Claudia Ferrerò «L'aumento della temperatura della Terra provoca una maggiore attività atmosferica» «Per limitare il pericolo, la comunità mondiale deve ridurre le emissioni di gas nocivi»

Persone citate: Vincenzo Ferrara