Riforme, nasce l'asse Berlusconi-D'Alema

Riforme, nasce l'asse Berlusconi-D'Alema Il premier: risposta positiva ai miei appelli. An teme di essere tagliata fuori: apertura ambigua Riforme, nasce l'asse Berlusconi-D'Alema // leader del Polo: sì al dialogo, per il bipolarismo ROMA. Berlusconi accetta di discutere subito una nuova legge elettorale, come Massimo D'Alema gli aveva chiesto. E per il presidente del Consiglio è un primo, vero successo, dato che D'Alema ha dato vita al suo governo col proposito di riaprire il confronto con l'opposizione. Il dialogo tra maggioranza e opposizione riprende dopo l'interruzione dovuta al fallimento della commissione Bicamerale per le riforme. Riprende dalla legge elettorale (alla quale sono interessati quasi tutti, meno una diffidente Au) e dovrebbe trascinare, in modo automatico, anche il riesame di una serie di riforme della Costituzione. Va detto che il presidente di Forza Italia non ha accennato esplicitamente alle riforme nella lettera a un quotidiano con la quale riapre i giochi. Berlusconi ha proposto di «concordare con l'opposizione una legge elettorale che restituisca lo scettro al popolo, consolidi il bipolarismo, garantisca la stabilità dei governi, eviti il trasformismo, impedisca i brogli elettorali e serva davvero il bene comune». Ma il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, ha colto al volo il senso vero del messaggio del capo del Polo ed ha risposto che è «lieto» che i suoi «convinti e ripetuti appelli» al confronto sulla legge elettorale e «sulle riforme costituzionali» necessarie per consolidare il sistema bipolare, abbiano trovato una prima rispo sta positiva. «In effetti - concorda il senatore Francesco D'Onofrio, costituzionalista del Ccd - Berlusconi ha parlato della riforma elettorale in modo da implicare alcune, significative, riforme della Costituzione. Volere la stabilità dei governi significa modificare l'art. 94 della Costituzione, dire no al trasformismo significa modificare l'articolo che prescrive che i parlamentari sono eletti "senza vincolo di mandato". E, secondo me, si dovrà arrivare anche ad una sola Camera, affiancata da un Senato delle Regioni, perché si dovrà ap- provare anche il federalismo». Insomma, per D'Alema presidente del Consiglio ci potrebbero essere le premesse per realizzare quello che non ottenne come presidente della Commissione per le riforme. Allora fu ostacolato, tra l'altro, dal rapporto ambiguo che c'era tra l'Ulivo prodiano (che preferiva un confronto tra due mega-partiti) e il centro-sinistra D'Alema-Marini (che preferisce il confronto tra due poli articolati in alleanza di vari partiti). Ora che Prodi è defilato dal proscenio, si apre larga la via verso il rafforzamento del sistema attuale, fondato su due poli contrapposti. E' rivelatrice la reazione negativa all'apertura di Berlusconi («non è credibile») da parte del ministro Enrico Letta, popolare assai vicino a Prodi. D'Alema ha esortato Berlusco¬ ni a fare presto ad approvare la riforma elettorale che «assume un valore prioritario anche alla luce della iniziativa referendaria». Ha ripetuto che lui preferirebbe un sistema uninominale a doppio turno, ma è pronto a confrontarsi con altre ipotesi. L'ipotesi che va per la maggiore, in effetti, è proprio un sistema unmorninale a doppio turno di coalizione. Un sistema che permette di concordare le alleanze prima di andare a votare e che, quindi, piace ai partiti minori, a tutti i centristi, Ppi compreso (Marini ha lavorato per mesi per convincere Berlusconi), ai verdi, a Rifondazione comunista. Ed è un sistema che, a quanto pare, dovrebbe piacere anche ad un grande partito come Forza Italia più il Ccd. In pratica, ci sarebbe una maggioranza pronta per approvare il sistema che renderebbe più facili le aperture di FI verso il centro. Sta qui la sorda avversione di An, che sente rintocchi di campana a morto. «E' una apertura ambigua di Berlusconi a D'Alema» e c'è da temere «un andamento politico poco rettilineo da parte dell'opposizione» insorge subito Publio Fiori, di An. Che accusa il capo del Polo di condurre una politica «di stampo diplomatico e doroteo». Urso, uomo di Fini, preferisce sottolineare la speranza che venga dato un colpo a chi vorrebbe tornare al sistema proporzionale. Nel campo della maggioranza, si fa avanti il segretario dell'Udr, Mastella, a riattizzare il fuoco polemico contro Berlusconi (affrontare il conflitto di interessi). Ma i cossighiani, persa la speranza di tornare al sistema proporzionale, sono ormai della partita anche loro. L'apertura di Berlusconi rende, tra l'altro, più probabile la durata del governo sino alla conclusione della legislatura, se si metterà mano anche a un ridotto pacchetto di riforme costituzionali. Alberto Rapisarda D'ALEMA «Una legge elettorale efficace... dovrebbe muovere in una direzione maggioritaria efavorire il formarsi di limpide maggioranze di governo... Ritengo che il sistema uninominale a doppio turno sia quello che, oltre a consentire un tale obiettivo, consolida anche il rapporto diretto tra gli elettori egli eletti» BERLUSCONI «C'è un test, semplice e chiaro, per verificare la reale volontà di dialogo dell'onorevole D'Alema: concordare con l'opposizione una legge elettorale che restituisca 10 scettro al popolo, consolidi il bipolarismo, garantisca la stabilità dei governi, eviti 11 trasformismo, impedisca i brogli elettorali e serva il bene comune» nrul Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema con il leader del Polo Silvio Berlusconi in una foto d'archivio

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