« Difendiamo l'Asti spumante»
« Difendiamo l'Asti spumante» « Difendiamo l'Asti spumante» Florio: accuse ingiuste daJohnson nella sua nuova «bibbia» dei vini ASTI. Tra le «capitali» del vino italiano ad Asti spetta certamente uno dei primissimi posti e da cinque mesi questa città ha un sindaco, Luigi Florio, che nella sua veste di parlamentare europeo è fortemente impegnato nella difesa delle vitivinicoltura mediterranea, minacciata dalla proposta di una nuova Ocm per il settore. Onorevole Florio, che cosa teme dalla riforma del mercato vitivinicolo prospettata da Fischler? «Una liberalizzazione globale dei mercati senza che ci si preoccupi di definire che cosa debba intendersi per vino: in questo modo troveremo a fare concorrenza ai nostri prodotti, realizzati in base a regole ben precise, bevande che hanno in comune con essi soltanto il nome e la classificazione a fini doganali». Ma, alla fine, non sarà la qualità a fare la differenza? «Ne sono convinto, ma non possiamo ignorare che in Europa il vino comune o da tavola rappresenta circa il 70% del totale». I timori si allargano quindi alla concorrenza che viene dai Paesi emergenti... «Certamente. Ci troveremmo a competere con prezzi considerevolmente inferiori perché le norme di produzione sono diverse e la manodopera costa molto meno. I più danneggiati saremmo proprio noi italiani, che produciamo poco meno della metà dell'intera produzione europea di vino da tavola». Passerà la linea Fischler? «Mi auguro che in Parlamento riusciremo a modificarla sensibilmente. Abbiamo presentato numerosi emendamenti che a novembre inizieranno a essere discussi in commissione Agricoltura. Occorre innanzitutto una rigorosa definizione di che cosa si intenda per vino e questa deve avvenire prendendo come riferimento la produzione mediterranea, di gran lunga prevalente nella Ue». Veniamo ad Asti: Hugh Johnson nell'ultima edizione del suo «Libro dei vini», una sorta di bibbia enologica, sostiene però che l'Asti, nonostante la sua potenziale unicità come spumante, è diventato un prodotto di basso prezzo e dubbia qualità. Che ne dice? «Mi pare un giudizio ingeneroso e, forse, non disinteressato; condivido però il ragionamento che sta dietro alla critica, e cioè che occorre puntare al massimo sulla qualità del prodotto e tutelarne maggiormente l'immagine». Come? «Non ho intenzione di dare lezioni a nessuno. Posso dire che, per quel che mi concerne, vorrei iniziare dalla città: l'Asti Spumante ha una notorietà positiva in tutto il mondo che pochi altri prodotti possono vantare, eppure qui i turisti trovano un riscontro modesto a questa fama. Quindi ho in mente di sottolineare meglio questo rapporto Asti-Asti, stiamo preparando alcune iniziative: da indicazioni stradali e autostradali a un pieno coinvolgimento di negozi, bar e ristoranti. In fin dei conti si tratta di valorizzare, con l'Asti Spumante, l'intera nostra produzione vinicola, un elemento trainante per la nostra economia ed un pilastro della bilancia agroalimentare nazionale», [v. cor.] Il sindaco di Asti Luigi Florio che punta al rilancio del famoso spumante e (qui a fianco) il direttore di Assoenologi Giuseppe Martelli
Persone citate: Fischler, Florio, Giuseppe Martelli, Hugh Johnson, Luigi Florio
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