«Vada alla sbarra con coraggio»

«Vada alla sbarra con coraggio» «Vada alla sbarra con coraggio» Gli Inti Illimani: un vero soldato non dovrebbe salvarsi coi cavilli WASHINGTON. «Vorremmo che Pinochet rispondesse per quello che ha commesso. Nessuno gli farà il trattamento che lui ha riservato ai cileni, nessuno gli metterà l'elettricità nei genitali. Risponderà a un processo regolare: se lui è un soldato coraggioso, come dovrebbe essere un soldato, non dovrebbe nascondersi dietro i cavilli burocratici, l'onore dovrebbe almeno salvarlo». Jorge Coulon, leader, cantante e chitarrista degli Inti Illimani, non nasconde la propria «gioia immensa» e quella degli altri componenti del gruppo musicale cileno, per l'arresto dell'ex dittatore. ((Avevamo ormai perso la speranza che Pinochet venisse giudicato da qualcuno, avevamo ormai la sensazione di un'impunità internazionale - spiega Coulon, intervistato a Winston Salem, nel North Carolina, dove si trova assieme agli Inti Illimani in una tournée americana-. Siamo grati alla Spagna e all'Inghilterra che hanno fatto quello che in Cile non siamo stati capaci di fare. Sappiamo che anche l'Italia si sta impegnando, vi siamo vicini». «Comunque vada a finire - aggiunge Coulon -, l'arresto ha mosso le acque su una ferita profonda non chiusa. Questo è già molto più di quello che ci aspettavamo. A Franco e Hitler non è successo questo, almeno con Pinochet è accaduto». Il leader del gruppo musicale formatosi nel 1967 all'Università di Santiago respinge ogni paragone tra Pinochet e altri dittatori: «E' un ping pong insoppor¬ tabile - dice - Castro è un problema dei cubani, che c'entra con Pinochet? Anche Noriega era il presidente di Panama e sta in carcere. Allora perché bombardano Gheddafi anche se ha il passaporto diplomatico? E' solo cinismo internazionale». Esiliati per 15 anni «senza nessuna spiegazione», gli Inti Illimani hanno pagato duramente il prezzo della dittatura: il suocero di Horacio Salinas, compositore del gruppo, è tra i tanti scomparsi. «Ma molti nostri amici non sappiamo più che fine hanno fatto - dice Coulon -. Siamo tornati in Cile solo quando c'è stato il plebiscito. Ora dovremmo perdonare Pinochet? E perché? Non sappiamo neanche chi ha ucciso i nostri cari...Per noi Pinochet rappresenta il tradimento, il doppio gioco, la viltà. Aldilà della mitologia creata in Cile soprattutto dai media, lui rappresenta il buio, non certo un politico che ha fatto buone riforme economiche. Sgozzare i sindacalisti non è un granché come politica». |AdnKronos!

Luoghi citati: Cile, Inghilterra, Italia, North Carolina, Panama, Spagna, Washington